La storia del volontario di protezione civile morto per spegnere un incendio

Da oggi a Canicattini Bagni (in provincia di Siracusa) c’è via Giuseppe Cassarino. Un riconoscimento a 25 anni di distanza dalla morte del 28enne canicattinese che ha perso la vita il 10 luglio del 1998 dopo avere inalato del fumo nel tentativo di spegnere un enorme incendio che minacciava il centro abitato alle porte degli Iblei. «Giovane volontario della protezione civile, sempre distintosi per spirito di abnegazione e di servizio verso il prossimo. Luminosa testimonianza di virtù civili, di spirito altruistico e umana solidarietà spinti fino all’estremo sacrificio». Queste le parole con cui, nel 2005, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì a Giuseppe Cassarino la medaglia d’oro al merito civile. Da oggi, chiunque percorrerà la strada che va da via Canale fino all’ex mattatoio comunale e al ponte di Sant’Alfano, leggerà il suo nome sulla targa. «È il modo con cui – spiega il sindaco di Canicattini Bagni Paolo Amenta – ne affidiamo la memoria alle future generazioni». Una storia di volontariato e di altruismo che merita di essere ricordata e conosciuta.

Attivista dell’Agesci (che gli ha dedicato la sede cittadina) fin dall’età di 15 anni e poi volontario della protezione civile, il giovane appassionato della natura si occupava di gestire l’agriturismo di famiglia tra le campagne dell’altipiano canicattinese. È il primo pomeriggio del 2 luglio del 1998 quando alla periferia sud del paese, in contrada Pignati nella zona del cimitero, divampa un grosso incendio che, complici un forte caldo e un leggero vento, arriva a lambire alcune abitazioni mettendo a rischio anche i residenti di via Principe Amedeo. Tra le squadre dei volontari che intervengono per cercare di domare le fiamme, c’è anche Giuseppe Cassarino. Il rogo distrugge ettari di colture, danneggia il patrimonio naturalistico di macchia mediterranea e divora anche secolari alberi di ulivo. Il 28enne respira e inala molto fumo. La sera stessa, a causa di una grave crisi respiratoria, viene ricoverato all’ospedale Umberto I di Siracusa dove morirà qualche giorno dopo.

«Nella nostra cittadina c’è anche oggi un grande patrimonio sociale e solidale – ha sottolineato il primo cittadino davanti a mamma Adele, papà Santo, i fratelli, gli amici e i rappresentanti di tutte le realtà sociali canicattinesi – Persone comuni con i loro problemi e le loro attività, che non esitano, così come ha fatto Giuseppe Cassarino 25 anni fa, anche a rischio della propria incolumità, a mettersi al servizio degli altri, a difesa della loro e delle altre comunità».


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