Non c’è nessun indizio di accordi illeciti o anomalie per determinare i prezzi dei voli da e per Sicilia e Sardegna. È quanto emerso dall’audizione del segretario generale dell’Antitrust, Guido Stazi, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli svantaggi dell’insularità e sulle dinamiche tariffarie del trasporto aereo nazionale. Secondo Stazi, allo stato attuale, non vi sono elementi che […]
Foto di media centre Ryanair
Caro voli in Sicilia: l’Antitrust esclude anomalie sui costi dei biglietti
Non c’è nessun indizio di accordi illeciti o anomalie per determinare i prezzi dei voli da e per Sicilia e Sardegna. È quanto emerso dall’audizione del segretario generale dell’Antitrust, Guido Stazi, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli svantaggi dell’insularità e sulle dinamiche tariffarie del trasporto aereo nazionale. Secondo Stazi, allo stato attuale, non vi sono elementi che suggeriscano pratiche collusive o personalizzazioni dei prezzi basate sul dispositivo o sulla storia di navigazione dell’utente.
Un tema, quello del caro voli, che durante il Natale torna d’attualità, in particolare per i siciliani che vivono fuori regione e che intendono rientrare a casa per le feste. Per riuscirci, utilizzando un aereo, bisogna sborsare cifre considerevoli o, se si vuole risparmiare e come raccontato da MeridioNews, affrontare dei veri e propri viaggi della speranza anche con scali in Polonia o Ungheria.
L’indagine dell’Antitrust sul caro voli
L’Autorità garante ha analizzato più di 23,5 milioni di dati relativi ai biglietti venduti per singola tratta nel 2023, includendo anche i voli in regime di Oneri di Servizio Pubblico (Osp). Cioè quelli determinati secondo criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione cui i vettori non si atterrebbero se tenessero unicamente conto del proprio interesse commerciale. Una base dati definita «altamente rappresentativa» che ha permesso di osservare l’andamento dei prezzi su base giornaliera, insieme ai servizi accessori acquistati e all’anticipo della prenotazione.
L’analisi ha evidenziato differenze significative nelle strategie di pricing tra vettori low-cost e compagnie tradizionali. Le prime offrono prezzi medi più bassi, applicano una discriminazione intertemporale più aggressiva e raggiungono tassi di riempimento più alti. Le compagnie tradizionali, invece, adottano modelli di gestione dei ricavi più articolati e con un diverso equilibrio tra classi tariffarie e disponibilità dei posti.
«Sul fronte del caro-voli il problema, come più volte da noi denunciato, non è la profilazione degli utenti per la personalizzazione dei prezzi, ma l’uso degli algoritmi da parte delle compagnie aeree che fanno lievitare a livelli insostenibili le tariffe dei biglietti», afferma il Codacons, dai cui esposti è partita l’indagine dell’autorità, commentando le dichiarazioni odierne dell’Antitrust.