Grazie ad un gol di Nestorovski, salito a quota 9 reti, il Palermo si aggiudica lo scontro diretto con il Crotone e torna a sperare nel miracolo. Prima affermazione casalinga in questo campionato, il precedente era datato 15 maggio contro il Verona. La cura Lopez sta facendo effetto
Vittoria in casa, il tabù ora è sfatato La salvezza non è più un miraggio
L’incantesimo si è rotto. Prima o poi, anche per la legge dei grandi numeri, il Palermo doveva ritrovare l’appuntamento con la vittoria tra le mura amiche e questo momento è arrivato in una circostanza particolarmente importante. Contro una diretta concorrente e in una partita molto delicata in chiave salvezza. I rosanero avevano solo un risultato a disposizione per tenere ancora vive le speranze di salvezza e hanno centrato la propria missione. Obiettivo raggiunto con un gioco non esaltante ma l’estetica, optional difficilmente reperibile nel bagaglio di quelle squadre che sono con l’acqua alla gola, non era certamente in cima alla lista delle priorità stilata dalla formazione di Diego Lopez. Contava solo vincere (in casa non succedeva in campionato dallo scorso 15 maggio in occasione della vittoria all’ultima giornata con il Verona che ha sancito la salvezza) e il Palermo ci è riuscito aggiudicandosi con merito una gara piuttosto contratta. Un match poco spettacolare e, complice l’alta posta in palio, dominato a tratti dalla paura di sbagliare da parte di due squadre consapevoli di avere un margine di errore molto basso.
Ai pochi spettatori presenti al Barbera (poco meno di 9 mila) la gara di ieri avrà fatto tornare in mente la dinamica del match casalingo con il Pescara terminato con il pari dal sapore di beffa siglato dagli abruzzesi su rigore nei minuti finali. Anche ieri il risultato è stato in bilico ma, a differenza della partita pre-natalizia contro gli uomini di Oddo, nello scontro diretto con il Crotone i padroni di casa hanno saputo custodire il prezioso vantaggio senza rischiare praticamente nulla. La differenza l’ha fatta un gol di Nestorovski, il talismano del Palermo. Non sappiamo se i quattro punti conquistati dai rosa nelle ultime due partite serviranno per la salvezza (il gap dal quartultimo posto occupato dall’Empoli adesso è di otto punti), ma certamente, se la squadra dovesse compiere il miracolo gran parte del merito andrebbe attribuito al bomber macedone, salito a quota 9. Attaccante con uno spiccato fiuto del gol ma anche leader per la sua generosità e la capacità di trascinare i compagni. Dopo un digiuno durato otto turni di campionato, il numero 30 rosanero si è sbloccato e questa ritrovata confidenza con la rete avversaria ha dato una vitale boccata di ossigeno ad una formazione che non ha molte soluzioni offensive.
Analizzando il match di ieri, tuttavia, il fronte d’attacco rosanero merita una nota con il segno «più». Il tridente, nell’ambito del 4-3-3 confermato da Lopez, ha dato segnali incoraggianti. Pollice in su sia per Trajkovski, che sta ritrovando il ritmo partita dopo un lungo periodo di stop forzato durante il girone di andata, sia per Embalo, protagonista dell’azione personale culminata con l’acuto vincente di Nestorovski. L’esterno ex Brescia spesso pecca di lucidità al momento dell’ultimo passaggio ma ieri con i suoi spunti ha dato del filo da torcere ai difensori avversari. Se migliora in termini di continuità e disciplina tattica potrà essere una risorsa molto utile in vista del prosieguo della stagione. E nella ripresa ha avuto un buon impatto sul match anche Silva, un jolly impiegabile sia come esterno che come punta.
La cura Lopez sta facendo effetto. Il match contro i pitagorici era totalmente diverso da quello giocato a Napoli sia per il valore dell’avversario sia per l’impostazione generale dell’incontro (i rosa ieri erano chiamati a fare la partita), ma sul fronte rosanero le due sfide presentano comunque delle analogie. Ancora una volta, infatti, il Palermo ha mostrato compattezza e, a prescindere dagli interpreti (contro i calabresi, ad esempio, mancavano gli squalificati Goldaniga e Gonzalez), una buona organizzazione in fase difensiva. La sensazione è che la compagine rosanero abbia capito finalmente cosa significa essere una squadra e i singoli (maiuscola la prova di Jajalo a centrocampo) sono in crescita perché inseriti in un contesto che sta iniziando a funzionare.