La polizia ha arrestato quattro uomini di origine tunisina. Dopo essere stati identificati, avrebbero confessato il delitto. Determinante, per lo svolgimento delle indagini, la testimonianza della donna: «Mi hanno spogliata e violentata a turno», ha raccontato lei alle forze dell'ordine
Vittoria, in 4 confessano omicidio del bracciante romeno Ucciso a colpi di spranga per aver difeso la compagna
Ha provato invano a difendere la propria compagna dalla violenza del branco. Per questo Nicu Radicanu, bracciante romeni di 38 anni, è stato massacrato a colpi di spranga alla testa lo scorso 26 aprile, prima dell’alba, a Costa Esperia, vicino la strada provinciale che da Scoglitti porta a Gela. La polizia ha arrestato quattro uomini di origine tunisina che sono accusati di omicidio, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata. Si tratta di Nizar Brahim, 23 anni, Marouane Tebra, 27 anni, Anwari Tebra, 23 anni, e Hamdi Boukhobna, 24 anni.
Determinate, ai fini della risoluzione del caso, è stata testimonianza della donna. All’uscita dalla discoteca Playa del Sol di Scoglitti, lei e il suo compagno stavano tornando a piedi verso casa. «Ci hanno assaliti alle spalle – racconta la donna alle forze dell’ordine – un nordafricano ha colpito Nicu e un altro mi ha tappato la bocca. Un altro uomo mi ha spogliato e poi a turno mi hanno violentata. Un quarto uomo dopo l’omicidio è scappato. Poi minacciandomi con una spranga di ferro mi hanno portata, nuda, vicino a un casolare abbandonato nei pressi di una serra e lì mi hanno violentato di nuovo. Poi verso le 7 del mattino mi hanno abbandonata, minacciandomi che se avessi denunciato le violenze mi avrebbero uccisa».
I fermati, secondo quanto comunica la questura di Ragusa, avrebbero confessato davanti al pubblico ministero e sono stati rinchiusi nel carcere di Ragusa. Le indagini della polizia di Stato – eseguite da Sco di Roma, squadra mobile di Ragusa e commissariato di Vittoria e coordinate dal procuratore di Ragusa Petralia e dal sostituto Monica Monego – hanno fatto luce sul delitto consumato sei giorni fa. Non è stato semplice identificare i presunti colpevoli, perché la vittima della violenza non li conosceva.