Luigi Marchese è stato eletto recentemente alla guida dell'associazione di categoria. La notte scorsa due auto e un camion sono stati distrutti dalle fiamme. A giugno lo stesso imprenditore era rimasto ferito per difendere la figlia. «Ma i due episodi non sono collegati», sottolinea. La polizia indaga
Vittoria, attentato incendiario in azienda agricola Al presidente Confcommercio, già vittima di una rapina
Sei mesi fa una rapina in casa in cui rimase ferito, la notte scorsa un attentato incendiario nella sua azienda agricola. La vittima, in entrambi i casi, è Luigi Marchese, recentemente eletto presidente della Confommercio di Vittoria.
La notte scorsa due auto e un camion Iveco parcheggiati nel piazzale interno sono stati distrutti dalle fiamme. Ad appiccarle sarebbero stati dei malviventi che hanno scavalcato la recinzione. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco per domare l’incendio e la polizia ha avviato le indagini.
Lo scorso 9 giugno Marchese rimase ferito durante una rapina in casa. In quell’occasione un rapinatore puntò la pistola contro la figlia che fu difesa dall’imprenditore. Ma secondo la vittima, i due episodi non sarebbero collegati: «Non so cosa sia accaduto e perché qualcuno ha voluto appiccare il fuoco – afferma l’imprenditore, proprietario anche di un supermercato Eurospin a Vittoria – . Penso, però, che la rapina sia un episodio isolato. Qualche giorno fa si era guastato l’impianto di videosorveglianza, credo che l’incendio sia collegato. Probabilmente qualcuno ha staccato dei fili. Ieri eravamo riusciti a ripristinare la telecamera nei pressi dell’abitazione, non quelle dell’azienda».
Sulle dinamiche e sull’eventuale collegamento con quanto successo a giugno, saranno le indagini della polizia a fare chiarezza. Intanto alcune associazioni di Vittoria hanno subito espresso solidarietà. «La conferma della matrice dolosa dei due roghi – afferma la Confederazione nazionale artigianato locale – che hanno distrutto auto e mezzi oltre a preoccupare ci dice di non abbassare la guardia, di resistere e riavviare forme di contrasto». Mentre il Fai antiracket invita «la comunità a collaborare per uscire dalla spirale criminosa ed evitare che si arrivi a un punto di non ritorno».