Visti da qui/1 AcidoPolitico: sotto la Madunina inchieste e voti ai prof

Abbiamo selezionato una decina di testate (cartacei, giornali online, radio) italiane ed estere fatte da universitari e abbiamo inviato alle redazioni alcune semplici domande per conoscere più da vicino i loro progetti editoriali. Queste sono le risposte arrivate da Acido Politico, mensile della Statale di Milano, che tra i suoi direttori ha avuto anche il famoso giuslavorista, oggi senatore del Pd, Pietro Ichino. A descrivere Acido Politico è Francesco Russo, uno dei redattori del periodico milanese.

Cos’è AcidoPolitico? Raccontateci un po’ la vostra storia.
«Acido Politico è un mensile universitario indipendente di politica, cultura e società gestito dagli studenti della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano. La rivista, nata nel 2005, è regolarmente registrata presso il Tribunale di Milano da novembre 2006. La redazione è composta da 20 studenti e circa 30 collaboratori. È guidata da tre condirettori, che lo scorso autunno hanno sostituito i fondatori del giornale. Generalmente scegliamo questi responsabili con un’elezione interna alla redazione. Il direttore responsabile del periodico è stato il Senatore Pietro Ichino, sostituito circa un anno fa dal professor Roberto Escobar, il quale si avvale dell’aiuto di un comitato di garanti nominato dalla redazione e composto da docenti dell’Università di Milano. Questi professori hanno il compito di assicurare la correttezza sul piano legale dei contenuti del periodico, senza però interferire sui suoi orientamenti. AcidoPolitico esce ogni mese con una tiratura di circa 1000-1500 copie, che vengono distribuite presso le facoltà di Scienze Politiche, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia».
 
Un giornale universitario vive ovviamente all’interno del proprio Ateneo, seppur in modi diversi. Com’è finanziato il vostro progetto? Come mantenete i rapporti con l’Università?
«Per poter essere pubblicato e diffuso gratuitamente AcidoPolitico si avvale dei finanziamenti dell’Università di Milano. Ogni anno i direttori, attraverso la rappresentanza studentesca, presentano una richiesta ufficiale al Rettore e al Consiglio di Amministrazione, che valutano le domande ed approvano i finanziamenti».
 
Quali sono i vostri metodi di lavoro?
«In generale cerchiamo di mantenere un sistema snello e veloce, che permetta di raccogliere informazioni e organizzare i numeri in maniera efficiente. Una volta al mese i direttori convocano una riunione di redazione nella quale si discute del contenuto del numero. Alla fine dell’incontro, vengono distribuiti i pezzi e viene fissata una scadenza per la consegna degli articoli. Una volta inviati alla casella di posta elettronica, i lavori vengono corretti, titolati e impaginati sotto la supervisione dei direttori. Terminati questi passaggi si va in stampa e si distribuisce la rivista. Accanto al lavoro tradizionale, poi, organizziamo interviste, raccogliamo materiale per le inchieste, manteniamo i contatti con i collaboratori esterni e, in caso di manifestazioni e conferenze, mandiamo i nostri reporter direttamente sul campo».
 
L’università a volte appare come un microcosmo a sé, ma è sempre inserita nel contesto di una città. Come dividete la vostra attenzione sui diversi temi?
«La missione di Acido è quella di essere una rivista attenta alla realtà universitaria, ma al tempo stesso aperta a Milano e al mondo. Una parte del giornale è dedicata alla vita interna alla facoltà e alle notizie accademiche: piccole inchieste, novità, vita studentesca, incontri e conferenze rilevanti. La vita degli studenti prosegue ovviamente al di fuori dell’Ateneo. Per questo dedichiamo molto spazio ai temi di attualità locale, alla cultura, alla musica e all’intrattenimento che animano la città. Da ultimo i temi del mondo e della grande attualità raccontati sempre dalla nostra prospettiva. Accanto a tutto questo, dedichiamo particolare attenzione all’ambiente, alla lotta alle mafie, alla letteratura e alla satira con rubriche, speciali, interviste e vignette».
 
I giornali universitari nascono anche per imparare un mestiere, ma non solo. Quali sono le figure che guidano la vostra redazione?
«Tutte le attività di AcidoPolitico sono gestite esclusivamente dai direttori e dalla redazione, che organizzano autonomamente ogni numero e lasciano al comitato dei garanti il compito di supervisionare il lavoro finito e di, eventualmente, apportare piccole correzioni. Stiamo comunque lavorando per creare un laboratorio di scrittura creativa, che sia riconosciuto dall’università e gestito da uno o più docenti della facoltà, per migliorare la qualità degli articoli e rafforzare l’interazione tra università e studente. Non escludiamo inoltre la possibilità di organizzare degli incontri con giornalisti ed esperti di comunicazione per ricevere suggerimenti utili e migliorare la qualità del mensile».
 
In che rapporti siete con chi si occupa di comunicazione istituzionale?
«Siamo una rivista libera ed indipendente, che scrive e pubblica senza alcuna interferenza istituzionale. Un esempio per tutti: l’anno scorso abbiamo svolto un sondaggio in facoltà in cui abbiamo chiesto agli studenti di Scienze Politiche di dare i voti ai professori. La decisione di pubblicare un articolo di questo tipo ha suscitato aspre polemiche a livello istituzionale, ma questo non ci ha comunque impedito di diffondere i dati da noi raccolti, garantendo comunque il diritto di replica a chiunque non ritenesse attendibile la nostra indagine».


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