Villa Bellini, ingresso impedito a chi non ha la mascherina Ordinanza di Pogliese contro norme di Conte e Musumeci

Un bambino corre sorridendo lasciando il papà qualche metro indietro, una coppia di amici fa jogging, qualcuno porta a spasso il cane al guinzaglio. C’è chi legge un libro e chi, invece, guarda un video sullo smartphone. Alla villa Bellini sembra una normale giornata di primavera, se non fosse per il nastro segnaletico che limita l’accesso alle aree giochi per bambini e ai percorsi del benessere. È l’inizio della fase 2. Sono le sette del mattino quando, dopo quasi due mesi di quarantena, il più grande polmone verde della città etnea apre i cancelli per dare la possibilità di prendere una boccata d’aria, ma nell’assoluto rispetto delle misure di contenimento del contagio. «Scusi è aperto?», domanda un giovane che vuole accedere al parco con al guinzaglio il proprio cane. «Sì – risponde un addetto alla vigilanza a presidio dell’ingresso di piazza Roma -, ma lei non può entrare perché non indossa guanti e mascherina». Il chiosco davanti alla villa è aperto. «Si può avere un caffè e un bicchiere d’acqua?», chiediamo. «Sì – risponde il titolare -, ma solo se non lo prendete qui. Posso darle anche un bicchiere d’acqua avvolto nella stagnola, ma non potete berla al banco». Chiuso, invece, il gazebo all’interno della villa.

Dei tre ingressi che danno accesso al giardino, solo due sono aperti: oltre a quello di piazza Roma, anche l’entrata di via Etnea è accessibile. Entrambi sono presidiati dagli agenti della polizia locale che limitano l’afflusso di runner e ciclisti verificando che tutti indossino le mascherine. «Finora non c’è stato alcun problema – spiega un agente a MeridioNews -, ci stiamo limitando a ricordare il rispetto delle norme a chi vuole accedere senza dispositivi di protezione, perché non tutti ne sono a conoscenza». Poca chiarezza e cattiva informazione sono, secondo la polizia locale, le cause del mancato rispetto delle disposizioni governative. «Anche perché – prosegue – all’interno del parco mascherine e guanti sono obbligatori, ma fuori no», conclude puntando il dito verso piazza Roma. 

Gli agenti fanno riferimento a una ordinanza di ieri del sindaco Salvo Pogliese, che disciplina l’accesso ai giardini pubblici comunali. «L’accesso è consentito purché vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie», si legge nell’ordinanza. Tuttavia, quella disposta dal primo cittadino etneo rappresenta una prescrizione non contemplata né dall’ultimo Dpcm del presidente  del Consiglio Giuseppe Conte, che prevede l’uso delle mascherine soltanto nei luoghi pubblici al chiuso, né dall’ordinanza regionale emessa da Nello Musumeci. A chiarire che i sindaci non possano prendere iniziative autonome in merito alla gestione dell’epidemia è stato peraltro il decreto legge n. 19 del 25 marzo. «I sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti di oggetto cui al comma 1 (le misure concesse ai governatori delle Regioni, ndr)».

Intanto anche fuori dal parco la vita è ripartita. «Il bar Savia è aperto!», esclama un passante dall’altro lato della villa, proprio davanti all’ingresso di via Etnea. «Sì, ma solo per l’asporto», chiariscono. Poco più in là, in via Sant’Euplio, una lunga fila di persone attende il proprio turno davanti al banco dei pegni, con l’intento di vendere i ricordi di una vita «perché – ammette una signora in fila – stiamo morendo di fame e questa quarantena ci sta facendo scattiari». La situazione più calma così si registra alla villa Bellini, dove per ora non sono tanti gli ingressi. Di certo nessun assembramento si è formato. «Consideri, però, che oggi è comunque un giorno lavorativo», fa notare un agente.

Gabriele Patti

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