La gup ha pronunciato la sentenza per il processo svoltosi con rito abbreviato per i fatti accaduti l'estate di due anni fa a Librino. A scontrarsi furono la cosca che fa capo a Massimiliano Salvo e i Cursoti milanesi. Tutti i verdetti
Viale Grimaldi, arriva la sentenza per la sparatoria Pioggia di condanne per esponenti del clan Cappello
Pioggia di condanne nel processo in abbreviato per i fatti relativi alla sparatoria che, ad agosto 2020, portò alla morte di Enzo Scalia e Luciano D’Alessandro. Questo pomeriggio la giudice per l’udienza preliminare Maria Ivana Cardillo ha pronunciato la sentenza. Pesanti le pene per gli esponenti del clan Cappello che, l’estate di due anni fa, si confrontò armi in mano, in viale Grimaldi, con un gruppo di Cursoti milanesi guidati da Carmelo Di Stefano.
Le richieste di condanna erano state formulate in primavera dai pm titolari dell’inchiesta, Ignazio Fonzo e Alessandro Sorrentino. La gup ha assolto due imputati – Giuseppe Romano e Mario Bonaventura -, ritenendo invece responsabili tutti gli altri. Questo nel dettaglio le pene: Massimiliano Cappello, 17 anni; Rocco Ferrara, 16 anni e 8 mesi; Luciano Guzzardi, 16 anni; Salvuccio Lombardo Junior 15 anni, 9 mesi e 10 giorni, Gaetano Ferrara, 15 anni e 4 mesi; Santo Antonino Lorenzo Guzzardi, 15 anni e 4 mesi; Gaetano Nobile, 15 anni, 1 mese e 10 giorni; Rinaldo Puglisi, 14 anni e 8 mesi; Riccardo Pedicone, 14 anni, 3 mesi e 10 giorni; Gioacchino Spampinato, 14 anni, 3 mesi e 10 giorni; Luciano Tudisco, 14 anni; Sebastiano Cavallaro, 13 anni, 6 mesi e 20 giorni; Renzo Cristaudo, 13 anni, 6 mesi e 20 giorni; Concetto Alessio Bertucci, 10 anni.
All’origine dello scontro a fuoco ci furono una serie di violenti screzi tra i due gruppi criminali. Il giorno precedente alla sparatoria, alcuni esponenti dei Cursoti picchiarono Gaetano Nobile, titolare del bar Diaz a Catania, nell’omonima via. Da lì la decisione di cercare vendetta: la sera dell’8 agosto un folto numero di persone, tutte ritenute vicine ai Cappello, partirono a bordo di scooter in direzione del viale Grimaldi, con l’obiettivo di scovare i rivali. Ad attenderli, però, erano proprio i Cursoti che aprirono il fuoco ferendo mortalmente Scalia e D’Alessandro. In seguito al fatto di sangue alcuni dei protagonisti hanno deciso di collaborare con la giustizia: Bertucci, dalla parte del gruppo vicino a Nobile, e Martino Sanfilippo, da quella dei Cursoti.