Viaggio nella Catania di Goliarda Sapienza «Una targa a San Berillo per ricordarla»

«Era una donna emotivamente potente. Viveva di passioni forti. Era curiosa del mondo, e attenta alle vite degli altri, sopratutto degli ultimi, da cui ricavava continuamente spunti». A sedici anni dalla sua morte, Catania dedica un evento speciale a Goliarda Sapienza, attrice e scrittrice ormai di culto in Italia e all’estero, nata nel maggio del 1924 nella città etnea. Per renderle omaggio e raccontare la vita di quella che è considerata la «Virgina Woolf italiana», la Società delle Letterate organizza un «viaggio sentimentale e letterario» nei suoi luoghi, previsto per la giornata di oggi. Attraverso le tracce che Goliarda ha lasciato dove è cresciuta, tra i vicoli e le storie della Civita e San Berillo. L’evento, cominciato ieri con due momenti di benvenuto, si protrarrà fino a domani mattina.

Segni indelibili anche se mutati dal tempo, lasciati tra la sua casa natale in via Pistone, il cinema Mirone (oggi King) e il mare di Ognina e della Plaja, oggi incisi tra le pagine dei suoi libri. Luoghi amati durante l’infanzia, quando era una «bambina che scorrazzava per la città», racconta Pina Mandolfo, organizzatrice dell’evento e co-fondatrice della Sil. Catania è al centro dei suoi intrecci narrativi – soprattutto nella sua prima opera, Lettera aperta, ambientato proprio alla pendici dell’Etna – dove ricordi, ambientazioni e influenze riemergono sempre a galla. «I suoi libri sono infarciti della sua città, delle storie di artigiani, ambulanti e prostitute, la gente umile del suo quartiere». Perché «Goliarda era un’artista che elevava gli ultimi. E non era egocentrica come sono invece molti romanzieri, ma si dedicava a dipingere le vite degli altri attraverso i suoi occhi», spiega l’organizzatrice.

Un rapporto, quello con la sua città, di «amore e nostalgia». Dove però sono ancora in molti a non conoscerla. «Nonostante sia molto amata nel resto del Paese», sottolinea Mandolfo, e il suo romanzo di punta, L’arte della gioia – rifiutato e snobbato dalle case editrici italiane per vent’anni e pubblicato postumo – oggi sia diventato un cult, tradotto in nove lingue. Dopo essersi fatto faticosamente spazio tra i capolavori della letteratura italiana del ‘900, grazie alla sua scrittura libera e d’impatto – «un’epopea di libertà femminile», la definisce l’organizzatrice -, temi tabù come la sessualità e la politica, e una protagonista, Modesta, con una personalità che manda in frantumi tutti gli schemi. «Purtroppo Goliarda morì con la disperazione di non vedere mai pubblicato il suo capolavoro – afferma la studiosa – che le costò dieci anni di lavoro. Era la sua Divina Commedia».

La sua è stata una carriera artistica travagliata, come del resto è stata la sua vita. Era una donna forte, libera, «diversa dall’idea femminile che si ha nel nostro Paese, poco incline alle mode e alle imposizioni», racconta Mandolfo. Attrice di cinema e teatro, e sopratutto una scrittrice moderna, forse anche troppo per l’Italia arretrata e ancora troppo bigotta degli anni ’60 e ’70.  «I suoi romanzi e i suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, rompevano con i canoni tradizionali», l’organizzatrice dell’evento. Come fuori dagli schemi era il suo linguaggio «libero, moderno, quasi di disturbo per la morale tradizionale». Per questo, quando era in vita i suoi manoscritti sono stati snobbati dagli editori italiani – «in maggioranza uomini» – perché «lontani dai nostri canoni letterari, che sono fortemente improntati alla misoginia. Le sue donne erano come lei: libere».

Per immergersi nella Catania di Goliarda l’appuntamento è fissato per questo fine settimana. La tre giorni, con un programma ricco di appuntamenti, è cominciata ieri mattina con un’apertivo alla libreria antiquaria Prampolini – in cui si è discussa la possibilità di istituire un premio letterario dedicato a Goliarda Sapienza – e le letture-spettacolo all’hotel Royal. Tra i momenti più attesi quello previsto per oggi, sabato 15 settembre: il tour in giro per la città, tra letture, narrazioni e performance, per «raccontare i luoghi in cui ha vissuto, anche grazie a persone che l’hanno conosciuta e che parleranno di lei», anticipa Mandolfo. «Andremo nella casa natale di via Pistone, a San Berillo – dove apporremo una targa commemorativa -, all’ex cinema Mirone – in cui da piccola amava passare i pomeriggi – dove assisteremo alla proiezione di sequenze di film lei dedicate. E poi il mare, dal golfo di Ognina alle acque della Plaja, che tanto amava descrivere nei suoi romanzi». «Questo – sottolinea Mandolfo – è il primo incontro ufficiale tra lei e la sua città». Un onore che Catania le deve.


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La Società delle letterate dedica una tre giorni alla scrittrice catanese scomparsa sedici anni fa. Un fine settimana di letture, incontri e il tour sentimentale di oggi nei luoghi in cui è cresciuta, tra i vicoli di San Berillo e il mare del golfo di Ognina e della Plaja. Un'omaggio ad un'artista forte, libera, snobbata dalle case editrici perché «rompeva con i canoni dell'epoca, arretrati e misogini». Come il suo capolavoro, L'arte della gioia, «un'epopea di libertà femminile», riufiutato e pubblicato postumo, ma che oggi è un cult

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