«Un quadro desolante». È così che il gip Rosario Di Gioia sintetizza quanto emerso nel corso delle indagini sul deputato regionale Gianfranco Miccichè. L’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana è accusato di peculato per avere utilizzato l’auto blu e pure l’autista Maurizio Messina, l’assistente parlamentare finito indagato insieme a lui per truffa, «disponendone a suo piacimento […]
Profilo Facebook Gianfranco Miccichè
Tutti i viaggi dell’auto blu di Miccichè: dalla festa alle cure della gatta Paki. Sulle tracce del lampeggiante scomparso
«Un quadro desolante». È così che il gip Rosario Di Gioia sintetizza quanto emerso nel corso delle indagini sul deputato regionale Gianfranco Miccichè. L’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana è accusato di peculato per avere utilizzato l’auto blu e pure l’autista Maurizio Messina, l’assistente parlamentare finito indagato insieme a lui per truffa, «disponendone a suo piacimento per le più varie esigenze di carattere personale ma anche consentendo che ne disponessero in analoga maniera i suoi familiari e i suoi collaboratori». Che, più che istituzionali, sarebbero stati collaboratori domestici. Di viaggi Palermo-Cefalù (la cittadina del Palermitano dove Miccichè vive) e viceversa, senza motivi lavorativi, con l’Audi Q3 ne sono stati conteggiati 33 in meno di un anno. Consegne di cibo, sigarette, piante, medicine, una tanica di benzina e perfino un dispenser per il sapone delle mani sul lavandino del bagno. Ma anche tragitti per visite mediche e veterinarie o per visite di amiche da ricevere a casa; viaggi anche solo per consegnare un cavetto di ricarica del tablet, per cambiare una lampadina o per sistemare le trappole per i topi.
Il ritorno del vecchio regolamento
È il 3 agosto del 2022 quando all’Ars viene approvato il nuovo Regolamento sull’uso delle autovetture. Il Consiglio di presidenza si riunisce nella sala Pio La Torre. A coordinare i lavori è il presidente, all’epoca – ancora per poco – Gianfranco Miccichè. Si passa in fretta al secondo punto all’ordine del giorno: Dotazione ex presidente. Un argomento che sembra stare particolarmente a cuore al presidente che prevede già di diventare presto ex. Miccichè sollecita il ripristino della norma precedente che consente l’uso dell’auto senza la preventiva richiesta di autorizzazione che, invece, in quel momento era prevista. Si delibera. L’adozione del provvedimento avviene in prossimità delle Regionali del 25 settembre, anticipate per le dimissioni di Nello Musumeci, arrivate il 4 agosto. Alla fine di novembre, Miccichè manda al segretario generale dell’Ars la richiesta per «l’assegnazione dell’assistente parlamentare addetto ai servizi automobilistici, il signor Maurizio Messina, alla guida dell’auto di servizio nella mia disponibilità». Una disposizione, con una richiesta nominativa, che arriva appena sette giorni dopo. Sarebbero cominciati così i viaggi dell’Audi Q3 tra Palermo e Cefalù.
Il pranzo di compleanno
«Una volta che tu mi porti le cose, ti ni po iri (te ne puoi andare, ndr) immediatamente, non c’è problema». Le cose che Messina avrebbe dovuto consegnare a domicilio a Miccichè, utilizzando l’auto di servizio, sono il necessario per il pranzo del suo compleanno. È l’1 aprile del 2023 e il festeggiato contatta l’autista chiedendogli di passare a prendere il vino prima di andare da lui a Cefalù. Messina risponde che ritirerà anche il cibo (due teglie di pasta al forno e un gateaux di patate) che, per l’occasione, ha preparato lo chef Mario Di Ferro. Il gestore del ristorante Villa Zito che, appena due mesi dopo, verrà arrestato per traffico di droga e che ha già patteggiato una condanna a quattro anni. Prima del ritiro al locale, Di Ferro chiama Miccichè e chiede quanti giorni si fermasse nella casa al mare. Quel «cinque» di risposta, però, per gli inquirenti, sarebbe il numero di dosi di cocaina richieste. Una ipotesi che il deputato ha negato – almeno quella legata al quantitativo e non all’uso della sostanza in sé – quando è stato sentito a sommarie informazioni, sostenendo che «doveva capire se me ne doveva portare un paio per farmi stare questi quattro giorni tranquillo… Sapendo benissimo quanto poco ne usavo, ne bastavano due. Forse giusto perché era il mio compleanno e, quindi, una di più».
Il viaggio di Paki
Nei 33 viaggi contestati, non solo persone sarebbero state trasportate a bordo dell’auto blu. Ci sono le cose: dalle arancine al pesce fino agli alimenti dietetici; ma anche il caricatore di un tablet dimenticato, una lampadina, una tanica di benzina, le trappole per i topi. Poi ci sono le piante: quelle da ritirare in un vivaio del Catanese e da consegnare come regalo di compleanno al genero di Miccichè. E ci sono perfino gli animali. Considerata quasi una di famiglia, Paki è la gatta dei Miccichè che, a un certo punto, sembra non stare bene. C’è la necessità di portarla in una clinica veterinaria a Palermo per una visita. «Ci rissi – racconta l’autista Messina a un’interlocutrice – “‘Na machina blu il gatto con il trasportino un’acchiana (in macchina non sale, ndr)”». Una resistenza, peraltro solo iniziale, dovuta al fatto che con l’arresto di Di Ferro la soglia di attenzione si è alzata e sono iniziate le preoccupazioni che, però, Miccichè avrebbe provato a placare a suo modo. Convincente al punto che passa poco e si torna al regime precedente. Paki viene accompagnata dal veterinario e vomita pure.
«Come fossi un delinquente»
Ogni auto blu che si rispetti è dotata di un lampeggiante. Anche quella in dotazione a Miccichè e guidata da Messina. Almeno fino a un certo punto. Il 23 agosto l’autista nota che è scomparso. Cerca spiegazioni all’interno del palazzo dell’Ars ma non ne trova. «Allora, a ‘sto punto io dico che c’è un trattamento nei miei confronti come se fossi un delinquente – analizza Messina – Ma io, con me, ho l’asso nella manica. Qual è?». Domanda retorica a cui immediatamente segue la risposta: «La negligenza dei miei superiori, un comportamento passivo e colposo nei confronti dei diritti e dei doveri. Se loro non dicono ai deputati come bisogna usare la macchina o non mettono il regolamento, in torto sono loro». Alla fine si scoprirà che quel lampeggiante era stato rimosso per finire sul tettuccio dell’auto blu del successore di Miccichè, il nuovo presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.