Un automobilista «arrabbiato» colpisce un bus Amt. Prima con una serie di pugni, poi con un arnese metallico. Con il quale, infine, rompe un vetro e ferisce anche l’autista, raggiunto al braccio. Ma perché? Sono più o meno le 16, in via Palermo, quando passa il 635, linea che collega Monte Po al centro della città, effettuando corse di andata e ritorno. Il conducente del mezzo pubblico è piuttosto esperto, un uomo sui 50 anni, in servizio da oltre 20. A un incrocio, non lontano dall’autoparco della polizia municipale, il bus frena, e l’asfalto viscido di pioggia lo fa «pattinare» leggermente. Non accade nulla, non c’è alcun impatto. Ma un automobilista, per l’appunto, perde le staffe.
L’uomo scende dall’auto e rifila qualche pugno alla coda dell’autobus. Che però riparte. Il conducente ha capito la situazione e vuole evitare contatti fisici diretti. Solo che, a un certo punto, è costretto a fermarsi al rosso di un semaforo. In quel momento l’automobilista scende di nuovo dalla sua vettura, stavolta brandendo una chiave inglese. Con la quale rompe un vetro del bus, e infine colpisce al braccio l’autista, che ora si trova in ospedale per sottoporsi a una radiografia e ad altri esami.
Sul posto arrivano a spron battuto le Volanti della polizia. Ma l’aggressore si è già dileguato. Gli agenti ascoltano i presenti e prendono a cercarlo. Lo trovano poco dopo. Risulta essere un pregiudicato di 43 anni. Secondo i poliziotti, avrebbe reagito con furia per la mancata precedenza all’incrocio. Viene accompagnato in questura, dove adesso viene analizzata la sua posizione. Sia in merito al ferimento del dipendente Amt che al riguardo dei danni inferti al mezzo pubblico.
«Un ulteriore sfregio nei confronti di una categoria di lavoratori, quella degli autisti di autobus urbani, costretti ogni giorno a subire angherie e vessazioni – dice a MeridioNews il sindacalista Giovanni Lo Schiavo, segretario generale di Fast Confsal – Un altro lavoratore che esce da casa per portare lo stipendio alla propria famiglia e che invece si ritrova a ricorrere al pronto soccorso, malgrado il fatto che a tutt’oggi l’Amt, partecipata del Comune di Catania, deve erogare ai propri dipendenti il 50 per cento dello stipendio di dicembre e niente ancora si sa per quello di gennaio». Lo Schiavo ricorda inoltre la giornata di sciopero di domani, convocata per affrontare «la grave crisi della’azienda».
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