Via Etnea e Corso Italia, chiudono i negozi «Colpa degli affitti e dei centri commerciali»

Le botteghe storiche del centro rischiano di chiudere. Un po’ per gli affitti insostenibili, un po’ per la crisi e un po’ di più per la concorrenza spietata dei centri commerciali – tanti – del territorio Catanese. «È un bel problema, perché bisogna mantenere viva la memoria di certe zone», afferma Nino Nicolosi, vicepresidente della Federazione italiana mediatori agenti d’affari (Fimaa) Confcommercio, che questa mattina ha incontrato il vicedirettore di Confcommercio Catania Giuseppe Cusumano e l’assessore comunale alle Attività produttive Franz Cannizzo per fare il punto della situazione. E quello che ne è venuto fuori non è confortante, almeno non per i commercianti delle vie dello shopping etneo.

«Corso Italia, quando si spengono le luci dei negozi, è al buio – continua Nicolosi – Per andare in via Etnea mancano i parcheggi, e non sarebbe male che il Comune pensasse anche un po’ alla pulizia, visto che sono i negozianti a spazzare la strada davanti ai loro esercizi commerciali». Se ci si mette anche che il centro storico non è più appetibile per le piccole attività il quadro è completo. La crisi infatti ha innescato il classico circolo vizioso: «Gli affitti delle botteghe sono calati – spiega il vicepresidente della Fimaa, che rappresenta gli agenti immobiliari – Uno spazio di centro metri quadrati nel tratto di strada che va da piazza Duomo a piazza Stesicoro costava cinquemila euro al mese, adesso non si affitta nemmeno a tremilacinquecento euro ma rimane vuoto lo stesso, oppure finisce in mano ai franchising delle grandi aziende». «Per spiegare questo e altri fenomeni – interviene Cusumano – la Confcommercio sta lavorando insieme all’università di Catania». In sostanza si istituiranno stage formativi durante i quali i tirocinanti che vengono dall’ateneo lavoreranno per tre mesi assieme alla confederazione delle imprese per raccogliere dati sulle principali arterie commerciali della città, analizzarli ed elaborarli. «Un ruolo importante spetterà ai commercianti, ma uno altrettanto di primo piano toccherà all’amministrazione comunale», conclude il vicedirettore.

L’assessore alle Attività produttive, dal canto suo, risponde che c’è crisi, che il momento è delicato e che la sovrabbondanza dei centri commerciali «è quella che è, e bisogna prenderne atto». Magari trasformandola in un’opportunità: «La peculiarità della nostra città sono le botteghe storiche, ne abbiamo censite 150 e dobbiamo tutelarle – afferma Cannizzo – Dobbiamo tenere in considerazione anche il centro commerciale naturale Etnea, cioè i 34 commercianti che hanno fondato un consorzio con il quale stiamo lavorando». Per portare i catanesi a fare compere in via Etnea e corso Italia servirebbe organizzare eventi, «come a Natale, quando abbiamo portato in strada 50mila cittadini». Soluzioni per lo spopolamento del centro storico si cercano, «con gli studi di settore puntiamo a capire se gli affitti sono drogati, e da qui a sei mesi potremo contare su leggi nazionali che ci aiutino». Nel frattempo, si spera anche nei contributi della Regione Sicilia. «Ci sono due bandi per un totale di circa 19milioni di euro – prosegue Franz Cannizzo – ai quali sta tentando di accedere il consorzio Etnea».

Di più non si può. Nemmeno per la viabilità, che nelle zone del centro storico è cambiata nei mesi scorsi e ha causato il ricorso al tribunale amministrativo regionale di 15 commercianti della zona di piazza Duomo, che lamentavano un calo delle vendite del 60 per cento, dovuto all’impossibilità di arrivare con l’automobile dalle loro parti. Ma neanche una settimana fa il Tar ha rigettato la loro domanda di sospensione della zona pedonale. «Di questa cosa non so nulla, se n’è occupato il sindaco Raffaele Stancanelli», taglia corto Cannizzo. E gli fa eco Nicolosi: «Non abbiamo i dati di quei commercianti e in ogni caso dovremmo verificarli». E conclude: «Non si tratta di cambiamenti irreversibili, però i commercianti dovrebbero almeno provare per un periodo sufficiente le novità».

[Foto di Eye of Einstein]


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I commercianti del centro di Catania non trovano pace. Dopo il ricorso rigettato dal Tar di alcuni di loro che chiedevano la sospensione della zona pedonale in piazza Duomo, i problemi continuano. Le botteghe sfitte aumentano, i negozianti tirano giù le saracinesche per i canoni mensili alti. Per la Confcommercio, le responsabilità sono della crisi e dei centri commerciali. «Tuteleremo le botteghe storiche con fondi ed eventi», risponde l'assessore alle Attività produttive

I commercianti del centro di Catania non trovano pace. Dopo il ricorso rigettato dal Tar di alcuni di loro che chiedevano la sospensione della zona pedonale in piazza Duomo, i problemi continuano. Le botteghe sfitte aumentano, i negozianti tirano giù le saracinesche per i canoni mensili alti. Per la Confcommercio, le responsabilità sono della crisi e dei centri commerciali. «Tuteleremo le botteghe storiche con fondi ed eventi», risponde l'assessore alle Attività produttive

I commercianti del centro di Catania non trovano pace. Dopo il ricorso rigettato dal Tar di alcuni di loro che chiedevano la sospensione della zona pedonale in piazza Duomo, i problemi continuano. Le botteghe sfitte aumentano, i negozianti tirano giù le saracinesche per i canoni mensili alti. Per la Confcommercio, le responsabilità sono della crisi e dei centri commerciali. «Tuteleremo le botteghe storiche con fondi ed eventi», risponde l'assessore alle Attività produttive

I commercianti del centro di Catania non trovano pace. Dopo il ricorso rigettato dal Tar di alcuni di loro che chiedevano la sospensione della zona pedonale in piazza Duomo, i problemi continuano. Le botteghe sfitte aumentano, i negozianti tirano giù le saracinesche per i canoni mensili alti. Per la Confcommercio, le responsabilità sono della crisi e dei centri commerciali. «Tuteleremo le botteghe storiche con fondi ed eventi», risponde l'assessore alle Attività produttive

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