Qualcuno sarebbe entrato nel palazzo crollato lo scorso anno e ancora inagibile. A sostenerlo sono gli inquilini, che stamattina hanno visto l'ingresso aperto. «Non siamo tutelati da nessuno», afferma una donna a MeridioNews
Via Castromarino, residenti temono atti di sciacallaggio «Hanno forzato la porta, siamo costretti a fare le ronde»
«Hanno forzato la porta del sottoscala e la porta d’entrata: abbiamo il timore di qualche atto di sciacallaggio. Stanotte ci finirà a fare delle ronde sotto casa per sorvegliare la zona, oppure faremo una colletta e chiameremo un metronotte». Sono le parole di Oriana a MeridioNews, una degli inquilini del palazzo di via Castromarino. La struttura è crollata il 20 gennaio del 2020, lasciando decine di persone senza un tetto. Stamattina, Oriana e gli altri inquilini si sono accorti che qualcuno potrebbe aver forzato le entrate del palazzo.
«Ogni giorno qualcuno degli inquilini va a controllare la situazione – spiega Oriana – Stamattina la porta del sottoscala era aperta, mentre il cancello in ferro messo dal cantiere per i lavori della metro era divelto. È una cosa preoccupante, perché a nessuno sarebbe consentito accedere. Crediamo che nel punto in cui c’è una profonda voragine, qualcuno si possa essere pure arrampicato». Intanto mentre le famiglie aspettano ancora risposte dalle autorità, stamattina l’amministratore del palazzo ha sporto denuncia. Sullo sfondo restano i residenti, che attendono si sblocchi il contributo di tre mila euro messo a disposizione dall’amministrazione per tutte le famiglie rimaste senza casa.
«In quelle abitazioni, ormai in completo abbandono, abbiamo ancora tutte le nostre cose più care, ma non possiamo prenderle – prosegue la donna – Nonostante le nostre segnalazioni, da stamattina non si è fatto vedere nessuno da parte delle autorità».
Il palazzo, dove a pochi passi sorge il cantiere per la nuova fermata della metropolitana, è crollato per metà. Gli inquilini sostengono di aspettare ancora risposte, mentre alcuni consiglieri e sindacalisti stanno tendando di portare la questione sui tavoli della giunta comunale e del prefetto. «Già ad aprile avevamo visto che alcune porte erano aperte – conclude Oriana – In quella occasione è arrivata una volante della polizia a sorvegliare la zona: questa volta stiamo difendendo il posto da soli. Senza contare che dopo il tramonto fa buio e non si riesce a vedere nulla».