Hanno tentato ancora una volta l’accesso nei loro immobili, già compromessi dal crollo, e anche questa volta è stato praticamente impossibile perché i vigili del fuoco, la protezione civile e i tecnici del Comune di Catania lo hanno sconsigliato.
Continua l’odissea per gli sfollati di via Castromarino 11 e via Plebiscito 825 e 831, costretti a lasciare le loro case la notte del 20 gennaio 2020 quando, durante i lavori di scavo per l’ampliamento della metropolitana di Catania – eseguiti dalla Cmc – un cedimento nel sottosuolo aveva fatto crollare un’ampia parte dell’edificio, senza che, fortunatamente, si registrassero vittime o feriti.
Dopo l’ultimo tentativo di accesso andato a vuoto, lo scorso 27 settembre, per l’assenza di protezione civile e rappresentanti della Cmc – volto a verificare lo stato della parte di edificio sopravvissuta al crollo dell’altra ala del palazzo (recentemente demolito in toto dalla Cmc) – questa mattina un nuovo sopralluogo interrotto sul nascere.
«Alle 11:20, – spiega l’avvocato Giuseppe Lipera, che rappresenta gli sfollati – si è proceduto all’ingresso nel corpo scala, che presentava però vistosi segni di infiltrazioni ed umidità, nonostante i lavori di ripristino effettuati dalla Cmc fossero stati ultimati poche settimane fa».
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