Inaugurato questo pomeriggio, alla presenza del quartiere e di don Luigi Ciotti, il locale che fino al 1998 fungeva da attività di copertura per il boss Salvatore Buscemi. A lavorare tra aghi e gomitoli anche migranti ed ex detenuti: La responsabile del progetto: «Il nostro spirito è la contaminazione». Guarda il video
Via Casella, da bene confiscato a sartoria sociale «Persone in difficoltà ricuciranno il proprio futuro»
Una nuova vetrina in un bene confiscato alla mafia e tanti progetti per il futuro tra cui l’ingresso nell’e-commerce. È la scommessa della Sartoria sociale che oggi a Palermo ha inaugurato la nuova sede in via Casella, alla presenza, tra gli altri, di don Luigi Ciotti e Sandro Leone, responsabile area Retail Palermo centro di UniCredit. «Abbiamo iniziato in uno sgabuzzino, poi abbiamo vinto un bando e adesso siamo qua», dice Rosalba Romano, responsabile del progetto e socia della cooperativa Al Revés, che dal 2012 ha avviato un percorso che ha letteralmente insegnato a «ricucire il proprio futuro a oltre 70 tra migranti, detenuti, donne in difficoltà, grazie all’affiancamento di volontari e amanti del cucito che hanno utilizzato ago e filo per dare loro una speranza di riscatto» Come Mamat, 25enne del Gambia, da un anno a Palermo che ammette: «Fare il sarto è il mio sogno».
Tra scampoli, gomitoli, sedie e stoffe riciclate, si estende il nuovo locale: 168 metri quadri di superficie in via Casella. Al suo posto c’era Mobil Shop, attività di copertura gestita da terzi per conto di Salvatore Buscemi, al quale l’immobile è stato confiscato nel 1998. In stato di abbandono per 15 anni, il bene è poi riqualificato grazie al sostegno di sponsor come Unicredit, Fondazione Vismara, Ikea, Leroy Merlin e da tanti cittadini comuni. «Da beni esclusivi in mano ai mafiosi a beni condivisi per dare libertà e dignità alle persone – ha detto don Ciotti -. Le mafie e la corruzione non ci rendono liberi, ma uno degli strumenti per dare libertà è il lavoro e il senso dello stare oggi qui è questo Ho visto tra la folla tanti amici a cui la mafia ha ucciso i propri cari, l’essere qui passa anche dalle loro vite».
«Un’iniziativa virtuosa sostenuta dalla carta di credito UniCreditCard Flexia Classic E che raccoglie il due per mille di ogni spesa effettuata dai clienti, alimentando così un fondo che la banca destina ad iniziative di solidarietà nel territorio – ha spiegato Sandro Leone, responsabile area Retail Palermo centro di UniCredit – Dal 2011 ad oggi in Sicilia, attraverso questo prodotto bancario, Unicredit ha assegnato oltre un milione e 100mila euro a 109 onlus della Sicilia».
«Con noi idealmente oggi ci sono le nostre dieci donne detenute – ha aggiunto Rosalba Romano – a loro va il nostro pensiero perché il carcere sia un luogo di speranza. Da qui partiranno le prossime iniziative, come la collaborazione con il gruppo Bastonquadro che viene qui a fare coperte ai ferri per i senzatetto, o il progetto ricucire il territorio con vendita di prossimità ed e-commerce». Alla sartoria anche riparazioni comuni e corsi di cucito aperti a tutti «perché il nostro spirito è la contaminazione, complicata da gestire, ma necessaria».