«Chi sono? Ce lo chiediamo da stamattina, ma non ne abbiamo idea». Il giorno dopo il fermo dei due giovani che avrebbero colpito con una carabina i passanti nella trafficata strada, la domanda è ancora senza una riposta. C.L. e C.A. avrebbero sparato da uno dei palazzi che dominano l'incrocio con via Vecchia Ognina. Tra residenti chiusi in casa per giorni e il sollievo di una delle vittime alla notizia dell'arresto
Via Asiago dopo l’arresto dei due cecchini Il sollievo di una delle vittime e dei residenti
«Sì, li hanno presi. Ma non mi faccia dire niente». Una delle quattro vittime raggiunte da colpi di carabina all’incrocio tra via Asiago e via Vecchia Ognina risponde con un sorriso calmo, provando a cancellare settimane di timore. L’uomo lavora proprio a pochi metri dal punto nel quale è stato ferito e in questi mesi ha vissuto, come moltissimi cittadini e lavoratori che affollano la zona, senza sapere chi, perché e da dove abbia sparato. «Dovrebbe essere uno di questi palazzi», afferma un residente indicando i due palazzoni che dominano l’incrocio. «Noi pensiamo sia questo», risponde un altro riferendosi a quello al civico 21 di via Asiago. «Chi sono questi due? Ce lo chiediamo da stamattina, ma non ne abbiamo idea», allarga le braccia un barista.
I presunti autori dei quattro ferimenti – un uomo colpito allaltezza dellorecchio destro, una donna e un uomo feriti entrambi alla testa e unaltra donna alla schiena – sarebbero C. L. di 24 anni e C. A., 23 anni. I due avrebbero sparato con una carabina modificata tra il 31 marzo e il 2 aprile dallappartamento nella disponibilità di C. A. – che non viveva lì -, per sparare dal balcone con larma di C. L.
In questi mesi la tensione è stata alta. «Mica si può pensare che esci di casa e qualcuno ti spara… così», riflette ad alta voce un uomo. A cavallo del suo scooter aspetta che la moglie – dipendente dell’ufficio postale che si trova proprio sull’incrocio – esca da lavoro. «Ah, i pigghiaru?», si intromette una signora di mezza età con un beagle al guinzaglio. «Non sono uscita per tre giorni di casa», confessa. «Qui avevamo tutti paura – le fa eco la titolare di un negozio mentre abbassa la saracinesca – Qualche tempo dopo ci hanno detto che li avevano arrestati, ma non so se l’hanno fatto per calmarci o perché era vero». In effetti l’arresto dei due giovani è scattato solo ieri sera, ma i due erano nel mirino degli inquirenti da tempo e sottoposti a intercettazioni.