Riassunti e risarciti. Il Tribunale di Palermo, sezione Lavoro, dà ragione a 15 dipendenti della Spo srl, la società collegata alla Gesip, che gestiva il bacino dei pip, messa in liquidazione dal 2010. Assunti con contratti a progetto nel 2004, secondo il giudice del lavoro, hanno maturato il diritto a un rapporto a tempo indeterminato. Già dal 2005. Una vittoria per i 15 lavoratori, a cui la prossima settimana potrebbero aggiungersi altri cinque casi portando a 20 le assunzioni imposte alla società in liquidazione.
«Deve dichiararsi la conversione dei contratti per cui è causa, in altrettanti contratti di lavoro a tempo indeterminato e ordinata la ricostituzione dei rapporti di lavoro tra le parti (ex art. 1 comma 13 legge 92/2012) – scrive il giudice -; parte resistente va condannata a pagare a ciascuna delle parti ricorrenti un’indennità che si stima equo fissare in otto mensilità dell’ultima retribuzione globale». Alla sentenza, che, secondo i sindacati, è stata depositata i primi di aprile, non è stato presentato appello.
«La Spo ha, dunque, l’obbligo di assumere questi lavoratori – dice a MeridioNews Nadia Spallitta, consigliere comunale di Mov139 e vicepresidente vicario del Consiglio comunale -. Le sentenze vanno rispettate e questa ha effetto retroattivo. È come se in tutti questi anni i lavoratori fossero stati regolarmente in servizio. Il giudice sapeva che la società è in liquidazione, ma ha stabilito che questa condizione è ininfluente rispetto al diritto soggettivo maturato dai dipendenti». Spetterà adesso alla società satellite interamente controllata dalla “defunta” Gesip, trovare le risorse per dare corso alle disposizioni del giudice. «Il futuro di questi lavoratori – spiega ancora Spallitta – potrebbe essere assimilato a quelli della Gesip, confluiti in Reset. In ogni caso occorre adottare tutti i provvedimenti necessari a ripristinare le condizioni di legalità, tutelando il diritto al lavoro fino ad oggi negato ai ricorrenti».
Sulla vicenda Angelo Figuccia, consigliere comunale in quota FI, ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco, Leoluca Orlando. Il forzista punta il dito contro Giangaspare Ferro, attuale liquidatore della società, nominato dal primo cittadino. «La sentenza – dice – finora non ha avuto alcun effetto pratico per la resistenza dell’attuale liquidatore, che percepisce una lauta indennità. Vorremmo conoscere i motivi della decisione di Ferro, che non mette in pratica una sentenza emessa da Tribunale. Una situazione che dovrebbe quanto meno far preoccupare il nostro primo cittadino, che ha sempre fatto della legalità una bandiera da portare a testa alta».
«I ricorrenti erano stati assunti con contratti a termine, se non che, nella realtà, i progetti erano sostanzialmente insussistenti – conclude Spallitta – e di fatto i lavoratori mantenevano un rapporto di lavoro subordinato e continuativo maturando quindi il diritto alla conversione del contratto».
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