Verso il voto tra dubbi e speranze

Un’altra consultazione elettorale in arrivo, in un momento storico difficile per la Sicilia e, ancor di più, per Palermo. I candidati – numerosissimi – si affollano nei punti di incontro chiave della città per agganciare preferenze; mi chiedo cosa promettano visto lo stato di sfacelo di questa regione, ma ancor più mi chiedo se la gente ci crederà di nuovo e si farà comprare per poche briciole.
Votare è un dovere dicono, ed è vero. Una responsabilità della democrazia diretta, ma è anche una responsabilità: eleggere oggi qualcuno senza valutare le conseguenze comporterà questa volta il crollo definitivo della nostra pericolante economia locale!
Vorrei che, al di là delle analisi delle politiche e contro-politiche che in questo momento si affollano sui giornali, ci si soffermasse a pensare che anche il solo nostro voto determina conseguenze enormi, che quando ci lasciamo abbindolare dai presunti amici politici che ci avvicinano con demagogie o, peggio, con promesse di lavoro – che è la moneta più preziosa per ora per avere voti – si comprendesse che non ce n’è.
L’economia è ferma, se qualche altisonante nome della grande distribuzione organizzata non ha chiuso ora, chiuderà i battenti dopo le elezioni, così come altre realtà locali che vengono oleate temporaneamente per sostenere la campagna elettorale attuale. La logica politica non è ancora cambiata. Ancora non è stato ‘metabolizzato’ il fatto che al potere nazionale non ci sono più ‘certi’ amici, ma un’eminenza grigia che ha capi oltre confine.
Ci vorrebbero misure concrete: emanare bandi per utilizzare i fondi europei in attività produttive di lavoro e sviluppo; risanare la città che è fatiscente; pensare a chi soffre perché realmente emarginato dalla società normodotata, a cominciare dagli anziani che hanno fatto Palermo un tempo non lontano e che oggi sono quasi del tutto abbandonati.
Ci vorrebbe meno dispendio di denaro in cartelloni e manifesti, cene e convention, e magari le somme destinarle ad opere reali in favore della cittadinanza. Ci vogliono programmi attuabili e invece si vedono solo le solite sfilate nei mercatini, nei quartieri meno abbienti, lì dove si pensa ci siano i voti da acquisire.
Già, perché la Palermo ”bene” è già tutta schierata in favore degli amici con cui va a cena o a giocare a tennis, insomma un quadro così poco confortante per chi vorrebbe vedere vera politica e non clientelismo reiterato!
Capisco che possano suonare quasi utopistiche queste parole, ma è davvero ciò che ci vorrebbe per dare alla politica il ruolo sociale che dovrebbe avere.
Ovviamente sappiamo già che assisteremo al solito svolgimento dei fatti: qualcuno festeggerà l’elezione, gli altri faranno finta di fare opposizione e la nostra terra verrà consegnata ad un’altra corte dei miracoli, ma almeno rimarrà questa riflessione quando torneranno le polemiche e tutto ciò che si è creduto come la polvere, di mettere sotto un tappeto.

 

 

Stella Pucci

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