Venezia 2005. In attesa dei vincitori

Giornata conclusiva oggi al Lido per la 62ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia. L’attesa è per la pellicola che si aggiudicherà il Leone d’Oro. La sensazione generale è che il favorito per la statuetta sia il film “Goodnight, and Good luck” della superstar Gorge Clooney che oltre ad interpretarlo in un ruolo di comprimario ne firma anche la regia.
 
Vicenda originale che narra una storia di libertà di espressione nell’America degli anni ’50, smarrita tra Guerra Fredda e maccartismo. Clooney, alla sua seconda regia, dimostra con quest’opera di avere una buona sensibilità narrativa per le storie di un certo spessore sociale e di denuncia, confermando di essere in pratica più bravo come regista che come attore. Buon film quindi che sembra riscuotere i consensi sia del pubblico che della critica.

Altri pretendenti alla vittoria finale (in ruolo di outsider però) appaiano “Mary” del sempre ottimo Abel Ferrara – storia di colpa e redenzione sulle tracce della vita di Maria Maddalena – e il russo “Garpastum”, del giovane regista Aleksey German Jr. Vicenda di maturazione a sfondo calcistico-sociale nella Sanpietroburgo di inizio Prima Guerra Mondiale.

Discorso a parte bisogna fare per i tre film italiani in concorso. Per quanto riguarda “I giorni dell’abbandono” di Roberto Faenza (con una comunque ottima Margherita Buy) c’è poco da dire: la pellicola appare talmente approssimativa nella costruzione della vicenda e della psicologia dei personaggi da non sembrare capace in nessun modo di avere qualche possibilità di consenso all’interno della giuria.

Per rimanenti due, “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini e “La seconda notte di nozze” (con un ottimo Antonio Albenese), ci si potrebbe pure aspettare una vittoria a sorpresa, visto che queste non sono delle opere da buttar via e che ambedue hanno dei “buoni” Santi in Paradiso (sono co-prodotte da Rai Cinema, partner principale della Mostra). Il problema principale che accomuna queste due opere è il non aver la capacità di introdurre qualche nuovo elemento di originalità e di fantasia creativa all’interno di una produzione nazionale troppo impegnata a copiare sé stessa e ad inseguire il botteghino.

Per il resto poco da segnalare per un’edizione della Mostra del Cinema di Venezia comunque in generale, a prescindere dalle inevitabili cadute per un evento di questo genere, di buon spessore qualitativo. Alle 19 la cerimonia di chiusura e sapremo tutto. Al prossimo anno.


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