Per l'ex vicepresidente della società ormai fallita, così come per il presidente Alessandro Albanese e per John Michael Traecy, è escluso da ogni addebito in quanto estraneo ai danni procurati alla società attraverso operazioni finanziarie temerarie
Vecchio Palermo, collegio di garanzia scagiona Macaione «Non ha partecipato ad atti gestionali antieconomici»
L’ex vice presidente del U.s. Città di Palermo, Vincenzo Macaione «non ha violato i doveri di lealtà, probità e correttezza, non risulta aver partecipato all’adozione di atti gestionali della società antieconomici e che ne hanno comportato il dissesto, ma risulta, al contrario, che ha ripetutamente sollecitato gli interventi di ricapitalizzazione necessari al risanamento della società». Ad affermarlo è il Collegio di garanzia dello Sport che ieri sera ha depositato le motivazioni della sentenza emessa qualche settimana fa con cui è stato accolto il ricorso dei legali di Macaione.
Il manager era stato citato nel procedimento disciplinare legato alla gestione del vecchio Palermo Calcio e al suo successivo fallimento. Macaione era assistito dall’avvocato tributarista Alessandro Dagnino e dall’avvocato Ambrogio Panzarella, rispettivamente managing partner e senior associate dello studio legale Lexia Avvocati. La decisione è stata assunta da un collegio di cinque persone guidato da Franco Frattini (presidente) e composto da Dante D’Alessio (Relatore), Mario Sanino, Manuela Sinigoi e Massimo Zaccheo.
Con la sentenza il collegio di garanzia del Coni, organo di giustizia di massimo grado nell’ordinamento sportivo, ha escluso ogni addebito anche per l’ex presidente Alessandro Albanese e per Jonh Michael Traecy. Il procedimento verteva sulle responsabilità per i danni provocati alla società sportiva. I soggetti coinvolti secondo le accuse della Procura sportiva, avrebbero cagionato un danno alla società attraverso alcune operazioni, quali l’acquisto di rami d’azienda finalizzati alla compensazione di debiti fiscali con crediti d’imposta inesistenti.