Durante la seduta odierna del consiglio comunale Manlio Messina presenta all'aula due bonifici che l'azienda dei trasporti in liquidazione avrebbe inoltrato al Comune il primo agosto del 2016. Azione definita illegittima che ha suscitato anche le ire del vicepresidente del Consiglio, Sebastiano Arcidiacono
Vecchia Amt, spuntano due assegni milionari per il Comune Arcidiacono: «Ci avete ricattati per votare il bilancio»
Due bonifici, uno di 25 milioni di euro e l’altro di 17, sarebbero arrivati dai conti dell’Amt in liquidazione alle casse del Comune di Catania. Un’operazione datata 1 agosto 2016 e denunciata questo pomeriggio durante la seduta del consiglio comunale da Manlio Messina di Fratelli d’Italia. Che parla chiaramente di «atto illegittimo» e «distrazione di fondi». «Questi soldi non possono essere spostati perché la legge proibisce movimenti di fondi su cui pendono sentenze e titoli esecutivi di pignoramento – spiega Manlio Messina a Meridionews – La chiusura della liquidazione deve essere sancita dal Consiglio comunale su parere dei revisori». Un atto necessario proprio per capire la natura dei bonifici e come queste somme incidono sull’equilibrio di bilancio. «I revisori dei conti di Amt e del Comune, da me interpellati, non sanno nulla di questa azione – arringa Messina in aula – Avete compiuto una manovra indegna che trasmetteremo alla procura e alla Corte dei conti». «Pagherete di petto e pesantemente questa azione», promette il consigliere rivolgendosi all’amministrazione.
Oltre alla presunta illegalità dell’atto, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono solleva una seconda questione, non meno importante. La crisi di liquidità dell’azienda del trasporto locale era stata infatti utilizzata come spada di Damocle dalla giunta proprio al momento dell’approvazione del rendiconto. La votazione del documento contabile era infatti necessaria per l’arrivo dei fondi ministeriali da Roma; denaro che secondo l’amministrazione sarebbe servito a pagare gli stipendi dei dipendenti Amt. Un «ricatto» per il Consiglio Comunale, che approvò il documento in un clima di tensione, con i lavoratori e i rappresentanti sindacali in aula durante la votazione.
Ma, a quanto pare, questi soldi erano già arrivati in cassa con i bonifici di cui parla Messina. «Avevate i soldi ma avete usato i dipendenti come scudo umano – afferma accorato Arcidiacono durante il suo intervento – Avete giocato col pane della gente che non riusciva a pagare il muto per fare approvare il bilancio, uno schema ricattatorio veramente vile». «Questo offende e lede l’aula consiliare – conclude il vicepresidente – formalizzerò l’interrogazione all’assessore Rosario D’Agata per capire il livello di questa gestione».
E proprio a Saro D’Agata, presente durante la fase delle comunicazioni, spetta il ruolo della replica. «Non conosco l’elemento sollevato dal consigliere Manlio Messina e in maniera accalorata dal vicepresidente vicario del Consiglio – commenta indispettito – Messina lei è sempre ben preparato e avrà le sue miriadi di canali d’informazioni ma, anche se non so come siano andati i fatti, tutti i nostri atti sono approntati alla regolarità». L’assessore lancia infine una stoccata nei confronti di Arcidiacono: «I suoi toni sono un tantinello al di sopra della sua funzione, caro vicepresidente – commenta D’Agata – Strano per una persona con i capelli bianchi come me». Una risposta che però non basta al capogruppo di Fratelli d’Italia che accusa D’Agata di mentire. «Aveva dichiarato che gli stipendi non si potevano pagare prima dei fondi del ministero, ma avevate i soldi sul conto. Mi sembra impossibile che questi soldi vengano spostati da un conto all’altro con disinvoltura e lei non ne sappia nulla, si informi con i suoi collaboratori».