Nel tranquillo paesino alle pendici dell'Etna, non tutto è perfetto: una struttura sportiva consegnata nel 2010 è in stato di parziale abbandono. Si tratta dei campi della cosiddetta zona Peep, acronimo che sta per Piano di edilizia economica popolare. Gli spogliatoi, in particolare, sono totalmente vandalizzati, con porte bruciate e impianto elettrico divelto. «Non avrebbe senso risistemare adesso: in poco tempo verrebbe tutto distrutto nuovamente», afferma l'assessore allo Sport Luigi Torrisi. Che annuncia «un bando per la gestione della struttura da parte di privati». Guarda il video
Valverde, vandalismo nei campi zona Peep L’assessore: «Non abbiamo fondi»
A Valverde la conoscono come zona Peep, acronimo di Piano per l’edilizia economica e popolare. E’ la parte più nuova del piccolo paese alle pendici dell’Etna, realizzata negli anni ’90, e a corredo delle palazzine c’è un piccolo parco urbano con giochi per bambini, e una struttura sportiva con cinque campi, uno da calcetto, due da basket, uno da tennis e uno per la pallavolo. La struttura, realizzata nel 2008 e consegnata nel 2010, è però in stato di parziale abbandono, tanto che gli annessi spogliatoi sono totalmente vandalizzati: porte sfondate e bruciate, impianto elettrico divelto, scritte sui muri e sporcizia.
«Purtroppo non essendoci un impianto di videocamere, e senza un’adeguato controllo, questi sono i risultati», afferma Piero Moschitta, residente a Valverde e «cittadino attivo». A sua memoria la struttura è stata utilizzata «solo due volte, per due memorial sportivi: il primo, per la pallavolo, intitolato a Giuseppe Finocchiaro, e per il calcio intitolato a Giovanni Freni. Due mesetti estivi dal 2010», spiega Moschitta. Oggi invece l’utilizzo è riservato solo ai privati che fanno esplicita richiesta al Comune, che consegna loro le chiavi.
La struttura, costata poco meno di un milione di euro, è stata inaugurata dalla scorsa amministrazione, guidata dal sindaco Angelo Spina, di area centrista. Il suo stato di abbandono è stato fortemente denunciato dal Valverde Social Forum, movimento politico cittadino di sinistra che ha portato all’elezione, nel giugno del 2013, dell’attuale sindaco Saro D’Agata. L’attuale assessore allo sport, l’avvocato Luigi Torrisi, è stato proprio uno dei maggiori animatori del Social Forum. «Purtroppo, non possiamo nasconderci: lo stato della struttura è quello che si vede, abbandonata», spiega Torrisi. Che critica però chi «da un’amministrazione appena insediatasi, vuole la risoluzione di tutti i problemi mai risolti in tanti anni: sarebbe ridicolo pretenderlo», spiega. Tuttavia, anche in virtù degli impegni presi in campagna elettorale, Torrisi elenca le possibili soluzioni per la riapertura dell’impianto.
«La prima soluzione, ottimale, sarebbe una gestione diretta da parte dell’amministrazione. Ma non abbiamo una situazione di bilancio che ci consente di farlo», spiega Torrisi. Secondo il quale, scartata anche l’ipotesi di rivolgersi «al credito sportivo per finanziare l’impianto, non potendo garantire il Comune con una polizza fideiussoria l’esecuzione dei lavori», l’ipotesi considerata è quella di un bando di gestione e manutenzione ordinaria dell’impianto. «Una soluzione simile è stata pensata anche dalla precedente amministrazione – continua Torrisi – ma c’erano richieste troppo onerose per i privati, ovvero quella di gestire totalmente la struttura, badando a ristrutturazione e gestione, e anche a un piccolo chiosco. Noi, con i tempi tecnici necessari, faremo una proposta che sia più appetibile per gli sportivi», afferma l’assessore.
Nessuna ristrutturazione, almeno per il momento, è prevista però per gli spogliatoi vandalizzati. «Non avrebbe senso, rischieremmo di spendere parecchie migliaia di euro per poi, in poco tempo, avere di nuovo tutto distrutto. Si sono persino rubati i cavi di rame», spiega Torrisi. Che, nel frattempo, «pur di tenere la struttura attiva», concede a chi ne fa richiesta le chiavi di alcuni dei campi. «E’ una decisione presa insieme ai dirigenti comunali: i cittadini hanno l’autorizzazione ad utilizzare solo i campi, e non il resto della struttura». Che però, come tutti nel paese sanno, è a totale accesso libero.