Al terzo squillo di tromba, come ogni anno, le statue di Gesù risorto e della Madonna Addolorata si sono corse in contro tra due ali di folla festante
Valledolmo, in scena l‘Incontro Emozioni e applausi per il rito
«Facciamo sapere che Valledolmo c’è e ha fede» con queste parole padre Francesco Casamento Ha concluso la sua prima omelia in occasione di un Incontro, il rito che da decenni anima le mattine di Pasqua del piccolo centro del Palermitano tra la devozione dei tanti fedeli e l’emozione di chi torna in paese dopo tempo.
Anche quest’anno, dopo la messa delle 11, i fedeli delle confraternite sono giunti nella centrale via Cadorna con i simulacri di Gesù risorto e della Madonna Addolorata, avvolta in un manto nero in segno di lutto. Pochi minuti dopo, al terzo squillo di tromba, accompagnato dal fragore dei botti sparati non lontano, le due statue si scorgono. È allora che gli stendardi delle confraternite, finora arrotolati e abbassati, si alzano di colpo, l’Addolorata allarga le braccia facendo cadere via il velo nero e mostrando così il suo abito celeste. Madre e figlio si corrono incontro per ritrovarsi ed essere portati insieme in processione lungo le vie del paese.
La tradizione dell’Incontro si perde nella storia, alcuni decenni fa era supportata anche dalla calata di l’anciuli, con dei figuranti travestiti da entità celeste che si calavano giù da un’impalcatura appositamente allestita durante l’Incontro. Una parte di tradizione che si è persa negli anni, anche per evidenti problemi di sicurezza.