Dal presidente di Salviamo l'Oreto arriva un plauso al via libera al provvedimento. Ma spiega come ci siano alcuni ostacoli: la difficoltà di accesso al fiume, la qualità delle acque e il coinvolgimento dei palermitani. «O resterà un luogo in cui scaricare rifiuti»
Valle dell’Oreto, approvata delibera per riqualificazione Comitato: «Da noi proposta su come investire fondi Fai»
Riqualificare la valle dell’Oreto, il luogo del cuore dei palermitani. Oggi è arrivato un altro passo in avanti rispetto a questo obiettivo promosso dal basso, dai cittadini, che ha conquistato l’interesse di molti, ottenendo il secondo posto alla competizione lanciata dal Fai. Un primo successo, qualche fondo per iniziare, ma dal comitato Salviamo l’Oreto che ha promosso l’iniziativa era partito il coinvolgimento delle istituzioni. E adesso è arrivata la delibera comunale, adottata mercoledì scorso su proposta dell’assessore all’Ambiente Giusto Catania, con la quale vengono approvati due progetti per la riqualificazione ambientale e la fruibilità sia della valle dell’Oreto che di un tratto di costa dell’Addaura. Entrambi verrebbero finanziati con fondi comunitari destinati alla Rete Natura 2000 nell’ambito Fondo di Sviluppo Regionale per un importo complessivo di circa nove milioni di euro. Adesso si attende il via libera della Regione.
In particolare il progetto che riguarda la valle dell’Oreto, per un importo di 6,8 milioni, prevede il ripristino ambientale e delle condizioni di legittimità dei siti, con interventi che vanno dalla rimozione discariche di inerti e di rifiuti urbani alla demolizione fabbricati abusivi fino alla creazione di infrastrutture per la fruizione della Zona di Conservazione Speciale. «Avevamo già avuto notizie direttamente dal Comune, in particolare durante una riunione in terza Commissione – spiega il presidente del Comitato Salviamo l’Oreto, Salvatore Bucchieri -. Se il progetto di cui si è discusso è stato presentato, adesso si attende soltanto il via libera da parte della Regione, che noi abbiamo più volte sollecitato. L’assessore Cordaro è stato coinvolto nell’iniziativa promossa dal comitato e quindi si spera che tutto vada a buon fine. Ovviamente i tempi di progettazione sono piuttosto lunghi, diciamo sempre che fino a quando non vediamo qualcosa di pratico non gridiamo vittoria, perché da trent’anni si parla di progetti in tal senso».
Intanto il comitato durante la campagna per I luoghi del cuore ha proposto un’idea progettuale di intervento con tecniche di ingegneria naturalistica, che potrebbe essere finanziata con 65mila euro, recuperabili da quanto ottenuto con il premio della campagna Fai e co-finanziabili da Comune e Regione. «Per ottenere il recupero di un tratto urbano del fiume – spiega Bucchieri – come primo spot rappresentativo di un processo di riappropriazione del fiume in tempi brevi». Il presidente del comitato spiega come anche dal Comune di Palermo, nel corso dell’iniziativa per i luoghi del cuore, «sono arrivate conferme della volontà politica di farlo. Il problema è sempre là: dal finanziamento del progetto alla realizzazione del parco c’è un po’ di strada, nel senso che vanno risolti una serie di problemi che ostacolano la sua reale fruibilità».
Gli ostacoli sono, spiega ancora Bucchieri, l’accessibilità al fiume «perché è quasi del tutto circondato da terreni privati o comunali difficilmente accessibili. In commissione abbiamo già discusso per cercare di capire da dove si potesse iniziare, da terreni comunali o demaniali, per creare dei punti di accesso facilmente raggiungibili». E poi c’è un problema legato «alla qualità delle acque del fiume e dell’ambiente circostante». I tempi lunghi previsti da Bucchieri per il progetto che «sembra abbastanza di larghe vedute» riguardano il fatto che questo «prevede il coinvolgimento del territorio prima della realizzazione del parco. L’unico modo in cui si può creare l’idea di un bene comune che possa essere rispettato, altrimenti per i palermitani resterà sempre il luogo dove andare a scaricare i rifiuti».
E sull’approvazione del provvedimento, il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Catania hanno affermato che «si gettano le basi per una vera riappropriazione da parte dei cittadini di queste due importanti aree naturali della città. Per quanto riguarda l’Oreto, con questo intervento si potrà di fatto dare avvio alla realizzazione del parco, per il quale è essenziale il ripristino delle condizioni naturali e la fruibilità da parte dei cittadini, contro ogni forma di abuso e violenza. Confidiamo ora nell’attenzione da parte della Regione, come già avvenuto per Acqua dei Corsari dove la collaborazione istituzionale ci permetterà di riaprire e rendere fruibile il parco Libero Grassi».