Università, Alfano difende le «eccellenze» del Sud «Qui contesto difficile, puntare su asse con imprese»

«Le università del Sud risentono di un contesto economico e sociale, ma non bisogna rassegnarsi, perché abbiamo eccellenze scientifiche nell’ambito dell’insegnamento e tra i giovani ricercatori». Per il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a Palermo per la consegna di 289 sigilli ad altrettanti dottori di ricerca che hanno concluso il ciclo di studio all’Università di Palermo, i laureati siciliani «non hanno nulla da invidiare ai ricercatori delle altre università italiane». 

La cerimonia di proclamazione si è svolta in un affollato cortile Maqueda, a Palazzo dei Normanni, alla presenza oltre che del titolare del Viminale, anche del sottosegretario del Miur, Davide Faraone, del prefetto Francesca Cannizzo, del questore Guido Longo, del vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giuseppe Lupo, oltre che del rettore Roberto Lagalla e dei 39 coordinatori dei dottorati attivati a Palermo.

«Dobbiamo batterci affinché i fondi europei vadano sempre più nel sistema università-impresa» ha detto Alfano, spiegando che questa «può essere la chiave di volta per il nostro sistema economico e produttivo: evitare la fuga dei cervelli significa creare le condizioni economiche perché un brillante laureato non vada via». A chi gli chiedeva se occorre potenziare i rapporti tra università e impresa il ministro ha risposto: «Mi pare essenziale un maggior rapporto tra laureati e imprese, ma lo è ancor di più perché ne è la premessa che le imprese si debbano radicare in Sicilia». 

E per incentivare gli investimenti delle imprese, ha ricordato Alfano è stata portata avanti «una grande battaglia antimafia, fatta di leggi, di confische perché il primo pilastro per il Sud e per far attecchire le imprese nel Mezzogiorno è eliminare la criminalità organizzata: altrimenti nulla potrà incentivare a venire in un posto dove mettono bombe nel cantiere. E questo è un obiettivo strategico». Poi durante la cerimonia rivolgendosi agli studenti ha aggiunto: «Se dopo tutta la trafila formativa, dalle elementari al dottorato di ricerca, il laureato va a cercare lavoro fuori a beneficio di altri distretti produttivi del Nord o di altri Paesi europei, è una sconfitta per il Sud». 

Per Alfano, allora, bisogna combattere «la disperazione che esporta cervelli e importa tristezza. Questo ci porta ad una grande battaglia che porterò al centro dell’agenda politica: il tema del Sud. Sul modello francese, il lavoro nelle istituzioni dello Stato deve diventare appetibile per le eccellenze. Non possiamo chiudere le porte delle amministrazioni pubbliche, per il blocco del turn over, alle eccellenze di questo Paese. E per questo abbiamo fatto due scelte con la Buona scuola e la riforma della Pubblica amministrazione, prevedendo che i dottorati di ricerca faranno punteggio per entrare nella pubblica amministrazione e per l’insegnamento».


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