Unict, soppresso il Garante d’Ateneo Gli studenti: «Negato un nostro diritto»

Il Garante d’Ateneo non esiste più. «Sono stato soppresso», afferma il professore Emilio Giardina che ricopriva l’incarico dal 2009, «la riforma Gelmini non prevede figure di questo genere – continua il docente – ma solo organi elettivi». Al suo posto, a Catania, ci sarà il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, formato da docenti e studenti come stabilito dall’articolo 40 dello Statuto d’Ateneo.

Ci sarà – con riferimento al futuro – per via delle traversie legali che riguardano lo Statuto,  contro il quale il Ministero ha fatto ricorso al Tar . «Siamo in una fase di transizione – spiega Mariano Campo, addetto stampa dell’Università – Attendiamo che vengano approvate le revisioni allo Statuto d’Ateneo, in questo momento al vaglio del Ministero. Dopo di che potremo procedere a stilare un regolamento per le nomine e le elezioni dei membri del Comitato unico di garanzia». Così, gli studenti si trovano a non avere più un referente al quale rivolgersi per far valere i loro diritti e, nel frattempo, non è possibile sapere quanti e quali componenti faranno parte del nuovo Comitato, con quali specifiche funzioni e quando tutto questo sarà realtà. Riguardo poi alle competenze di quest’organo elettivo che sostituirà il Garante in accordo con altre funzioni, il professore Giardina non si pronuncia. Una cosa è certa: «Io, in quanto docente a contratto – afferma amareggiato l’ex preside della facoltà di Economia – non potrò essere eletto come membro del comitato. Quindi non ne farò parte».

Intanto, come detto, gli studenti non sanno a chi rivolgersi. E’ stato uno di loro, Arturo Mannino del Collettivo Pantera Rossa di Biologia, qualche settimana fa, a sollevare il caso. Essì perché Mannino ha mandato una e-mail al prof. Giardina per segnalare il problema dei parcheggi a pagamento del dipartimento G.F.Ingrassia di via Santa Sofia non aspettandosi la sgradita novità: «Finora ci eravamo rivolti al professore Giardina che ha sempre svolto un ottimo ruolo di mediatore – dice lo studente – Mi chiedo perché ogni volta che un sistema funziona debba essere cambiato con qualcosa di diverso che non si sa quanto sarà effettivamente utile».

Nell’attesa della travagliata approvazione dello Statuto da parte del Ministero e dell’insediamento del nuovo Comitato come fare a far sentire la propria voce? «Per ora un nostro diritto ci è stato negato – dice Mannino – Ad oggi gli unici mezzi a nostra disposizione restano la denuncia pubblica o le richieste al rettore. Che al momento rimane l’unico organo rappresentativo in grado di ascoltarci, dal momento che i rappresentanti di facoltà che in questi anni sono sempre stati latitanti».

 

[Foto di Bollettino d’Ateneo]

Federica Motta

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