Unict, silenzio elettorale tra le polemiche Domani sera il nome del nuovo rettore

Ci siamo. Domani sapremo chi tra Vittorio Calabrese, Enrico Iachello, Giacomo Pignataro e Pippo Vecchio sarà il nuovo rettore dell’Università di Catania. Almeno fino a ieri. Quando, con un colpo di scena durante l’ultimo appuntamento per il dibattito dei candidati, infatti, il professore Calabrese, ordinario di biochimica clinica, ha rinunciato alla sua candidatura e ha invitato i colleghi «a votare per l’amico Pippo». Vecchio dunque, aggiunge un’altra dichiarazione di appoggio a quella ricevuta dal rettore uscente Antonino Recca all’indomani della chiusura della raccolta delle firme a sostegno della candidatura dei quattro docenti. Un vero e proprio colpo di scena che però «è frutto di una attenta riflessione per il bene e il futuro della famiglia accademica catanese», afferma Vittorio Calabrese.

Il docente di Medicina spiega che la sua è una «scelta dettata dall’oggettiva opportunità di valorizzare una sinergia per un successo e la pienezza delle istanze che altrimenti non si sarebbe potuta raggiungere». Per soddisfare lo scopo dunque durante le competizione elettorale ha «lanciato continui ponti con gli altri amici candidati e ho capito che Vecchio è la persona che meglio di altri interpreta la mia visione di università che sappia guardare al passato, al presente e al futuro sia prossimo che in lunga prospettiva».

Pippo Vecchio sottoscrive le dichiarazioni Calabrese: «E’ stato deciso per una comunanza di molti punti del programma, come le modifiche dello statuto, i prorettori, l’innovazione e l’internazionalizzazione». Il professore ordinario di Istituzione di diritto privato si dice  quindi «molto contento» della scelta. Sia perché il professore Calabrese «è uno studioso di grande qualità con un forte radicamento nell’area della medicina», quindi «sarà proficuo combinare con lui le nostre esperienze», spiega Vecchio. Sia perché «rappresenta un ulteriore elemento di rasserenamento nella campagna elettorale che è stata costruttiva e di intenso dialogo con tutti». Di un eventuale ruolo di prorettore per il docente dell’area medica in caso di vittoria delle elezioni, però, l’ex preside di Sciene politiche non dice ancora nulla. «Anche per un fatto di scaramanzia non abbiamo ancora approfondito – afferma – Vediamo prima come va a finire».

E se il professore Enrico Iachello decide di non fare nessuna dichiarazione «perché oggi è la giornata del silenzio elettorale ed io sono rispettosissimo delle regole», di parere opposto a quello di Pippo Vecchio è il professore Giacomo Pignataro. Si dice «sorpreso che un candidato che fino all’ultimo partecipa ai lavori in qualità di candidato, decida poi di smettere». Non crede molto alla storia della convergenza dei programmi «di cui parlano in fumosi comunicati», ma pensa piuttosto a «piccole questioni per consensi elettorali di poco conto e di difficile realizzazione».

E nonostante il silenzio elettorale invocato dal prof. Iachello, ad arrivare in calcio d’angolo non è solo la scelta di Calabrese. Appena un minuto prima della chiusura della campagna elettorale – alle 19 di ieri, come indicato dal decano Mario Marino – una email di Bruno Caruso, senatore accademico e ordinario di diritto del lavoro, dichiarava le sue intenzioni di voto, ancora una volta in favore di Pippo Vecchio. Il docente parte da lontano, dal ragionamento che lo ha portato a scegliere chi votare: «All’inizio di questa campagna ho appoggiato il prof. Iachello», spiega; le linee programmatiche di Pignataro sarebbero invece per lui «demagogiche e ideologiche»; il dimissionario Calabrese non viene nemmeno nominato.

L’email di Caruso scatena un ulteriore dibattito e l’ironia dei membri del Coordinamento unico d’ateneo, che pubblicano la missiva nel loro blog su CTzen e ringraziano il professore per avere fatto «dell’aiuto solidale e disinteressato» all’università «la sua mission». Una dichiarazione, quella di Bruno Caruso, che secondo il professore Pignataro andrebbe quantomeno spiegata meglio. «Non capisco quali siano le ragioni delle critiche alle mie posizioni» ha detto. Il docente di Scienze delle finanze, inoltre, avrebbe gradito un tempismo diverso. «Sarebbe stato opportuno consentirmi di rispondere pubblicamente e non inviare la comunicazione appena un minuto prima della chiusura della campagna – aggiunge – Credo che ci sia un’idea di nemico che rappresenta tutto il male possibile che nasce dalla scarsa serenità di chi sostiene Vecchio». Lui, invece, si dice «sereno e fiducioso», perché convinto che «le piattaforme programmatiche non abbiano bisogno di nemici e – conclude – che gli elettori abbiano potuto rilevare le differenze».


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