«L’Università ha speso circa sei milioni di euro per realizzare tre residenze universitarie di cui oggi solo una è aperta. E intanto centinaia di studenti assegnatari dovranno rinunciare al posto letto». A denunciarlo è stato, questa mattina, Matteo Iannitti durante la conferenza indetta dal Movimento studentesco catanese davanti una delle strutture chiuse, in via Etnea 438.
«Solo la residenza Verona in via Guglielmo Oberdan, di nuova costruzione, è attualmente in uso, mentre i due edifici di via Etnea e via Carrata non sono mai stati aperti», continua Iannitti. «Gli immobili erano stati acquistati grazie alle leggi 388 e 338 del 2000 per cui l’Ateneo aveva stipulato una convezione con il ministero dell’Università e della ricerca dal quale aveva ricevuto circa 3 milioni di euro, metà della cifra spesa», puntualizza Agatino La Rosa. «Soldi pubblici – gli fa eco Iannitti – per cui il Ministero dovrebbe chiedere conto all’Università che li ha spesi, evidentemente male. Ristrutturando degli edifici che, a quanto stabilito dai tecnici dell’Ateneo, non sarebbero a norma dal punto di vista strutturale e antisismico. E per questo mai aperti».
Si tratta di immobili acquistati dall’Università di Catania nel 2004, ristrutturati a partire dal 2005 e completati alla fine del 2006. «Sappiamo che nella residenza di via Etnea ci sono almeno 26 posti disponibili. Parliamo di camere nuove, ciascuna arredata con letto, armadio e televisore lasciati qua a marcire da cinque anni».
E intanto i numeri degli studenti che fanno richiesta per l’assegnazione dell’alloggio ogni anno è in continua crescita. «Quest’anno ci sono circa 700 posti disponibili, sparsi nelle varie residenze della città, per 1600 studenti risultati idonei al bando Ersu. Questo su un totale di circa 3000 richiedenti posto letto», chiarisce Federica Frazzetti del Movimento studentesco. Tutti dati reperibili facilmente consultando il bando pubblico dell’ente e la graduatoria definitiva di assegnazione dei posti letto.
Intanto dall’Università, in previsione della conferenza indetta dai ragazzi del Movimento studentesco, ieri è stata divulgata un comunicato stampa: «A fronte dell’ennesimo presunto scandalo – si legge nella nota firmata dall’ufficio stampa d’Ateneo – l’Amministrazione ribadisce che, dato il momento particolarmente delicato che si vive nel Paese e, di riflesso, nell’Università, non intende più replicare per via mediatica a queste continue provocazioni, espresse da gruppi sparuti e non rappresentati negli organi di governo dell’Ateneo, che provano ad acquisire visibilità e consensi attraverso operazioni sensazionalistiche e strumentalmente propagandistiche».
«Più volte, prima di arrivare alla denuncia pubblica, abbiamo chiesto incontri privati con chi di competenza all’Università per avere chiarimenti e risposte alle nostre domande», ribatte Agatino La Rosa del Movimento. «Richieste a cui, fino ad oggi, non è mai arrivata risposta», aggiunge. «Il fatto che l’Università di Catania si rifiuti di avere un dialogo con i propri studenti non è una novità. Ma al di là delle rappresentanze ufficiali e dei numeri, il Rettore è in dovere di rispondere a tutti gli studenti dell’Ateneo».
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