Una laurea honoris causa al ministro degli Interni Annamaria Cancellieri. La proposta viene dall’ex preside di Lettere Enrico Iachello (nominato di recente membro del Cda d’Ateneo dal Rettore) e da altri docenti ed è stata discussa e approvata dal consiglio del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania. Contrari venti docenti del Coordinamento unico d’Ateneo, i quali hanno mosso delle obiezioni che – sottolineano – non riguardano l’ex prefetto di Catania, ma che anzi servono a tutelarla.
«La dottoressa Cancellieri – si legge nel documento presentato ieri durante il consiglio – riveste oggi un ruolo politico di primo piano; la dimensione tecnica del governo presieduto dal Prof. Monti, non deve fare dimenticare che tale compagine governativa è frutto di un percorso parlamentare, come costituzionalmente previsto». La politica fuori dall’università, come aveva detto lo stesso rettore Antonino Recca al momento della sua candidatura. Decisione che però ha vacillato ogni tanto, come in occasione della sua nomina a presidente del Coordinamento regionale siciliano dell’Udc, incarico lasciato sei mesi dopo non senza polemiche.
Da non sottovalutare – secondo i docenti del Cuda – anche il contrasto che riguarda il famigerato Statuto d’Ateneo, contro il quale il Miur (e dunque un membro dello stesso Governo della Cancellieri, il ministro Francesco Profumo) ha fatto ricorso al Tar. «Un contenzioso che, al di là degli annunci mediatici, non pare essere concluso ma minaccia di pesare sulla vita dellateneo e sul suo sistema di governance; in particolare su quel Cda (nominato de facto dal rettore) a più riprese e da più voci criticato» scrivono. Per non parlare delle recenti misure annunciate dall’esecutivo che assottigliano ulteriormente le risorse destinate alla ricerca e all’università.
Ma il Coordinamento avanza un altro motivo che non deporrebbe a favore della consegna dell’onorificenza: la presenza nel nuovo Consiglio d’amministrazione dell’Ateneo di Angelo Sinesio, vice della Cancellieri ai tempi del suo incarico come prefetto di Catania e adesso capo della segreteria tecnica del Ministro. Uno «spiacevole conflitto dinteressi» lo definiscono i venti professori, «se non un (di certo involontario) atto di piaggeria».
Politici e non, queste motivazioni avrebbero dovuto spingere il resto del Consiglio a non votare l’assegnazione dell’onoreficenza. Ma su tutte avrebbe dovuto pesare la mancanza, nell’università catanese, di un regolamento che stabilisce l’assegnazione delle lauree ad honorem. «Uno strumento di riconoscimento che andrebbe usato cum grano salis; dal quale andrebbero esentate le figure politiche e per cui andrebbero nettamente privilegiate personalità del mondo della ricerca e dellarte» si legge nel documento, facendo riferimento al riconoscimento assegnato al regista Wim Wenders. Un esempio lodevole, che stride fastidiosamente con quelli ad Antonio Fazio (ex governatore della Banca d’Italia coinvolto nello scandalo della Banca Antonveneta, che ha ottenuto la pergamena dall’ex rettore Ferdinando Latteri nel 2002) e a Francesco Bellavista Caltagirone (arrestato esattamente un mese fa per truffa aggravata, insignito dall’attuale Rettore, Antonino Recca, nel 2009).
L’obiezione dei venti docenti del dipartimento non è dunque rivolta alla stessa Annamaria Cancellieri. «Per la stima che portiamo alla dottoressa Cancellieri, e per linsieme di sopra citate ragioni, non riteniamo che vada posta in tale lista, in primo luogo a sua tutela» sostengono. Anziché una cerimonia con un gran turbine di ermellini, sarebbe stato meglio – sostengono gli umanisti del Coordinamento – un incontro dedicato agli obiettivi perseguiti dal Ministro, a cominciare dalla lotta alla mafia. Ma la salvaguardia non è stata ritenuta necessaria, un incontro sulla criminalità organizzata nemmeno. Quindi il consiglio, guidato dall’ex preside Enrico Iachello – procederà con i passi successivi che porteranno alla consegna della laurea.
[Foto tratta da Wikipedia]
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