«Dimissioni irrevocabili dall'11 marzo». Ad annunciarle, con una email inviata stamani alla comunità accademica, è il magnifico uscente dell'università di Catania. Che lascia la poltrona numero uno di palazzo Centrale in anticipo rispetto alla scadenza del mandato, prevista per il 31 ottobre. Al suo posto si insedierà il neo-eletto Giacomo Pignatato. Fino ad allora, chiede al decano Mario Marino di assumere la conduzione dell'ateneo
Unict, il rettore Antonino Recca si dimette «Non esistono più le condizioni di serenità»
«Non esistono più, a mio parere, le condizioni di serenità per il completamento del mio secondo mandato di rettore fino a ottobre 2013. Pertanto, rassegno le dimissioni irrevocabili dalla carica con decorrenza 11 marzo 2013». A dirlo, con una lettera inviata alla comunità accademica, è il rettore dell’università di Catania Antonino Recca, che annuncia così di voler lasciare la poltrona di magnifico prima dell’insediamento, previsto per il primo novembre, del suo successore, il neo-eletto Giacomo Pignataro. «In attesa del decreto di nomina del nuovo rettore da parte del ministro – precisa il prof. Recca – chiedo al Decano dei professori ordinari, prof. Mario Marino, la cortesia di assumere la conduzione dell’ateneo», ringraziando tutti ed augurando al docente di Scienze della finanza che lo sostituirà a partire dal prossimo autunno «un proficuo e produttivo mandato. Saranno anni difficili ma se saremo uniti ce la faremo», conclude.
La decisione, precisa il magnifico uscente nella mail, è maturata «in seguito ad alcuni commenti rilasciati dopo l’elezione del nuovo rettore», più volte definita dalla comunità accademica un segnale di rottura con la precedente amministrazione. A pesare sulla scelta anche «le sedute di Senato e Cda del primo marzo». In particolare, durante quella del Senato accademico, come racconta il Coordinamento unico d’Ateneo sul blog Fuori dal coro (che più volte, dopo l’elezione del prof Pignataro aveva chiesto pubblicamente le dimissioni dell’attuale magnifico) il prof. Recca ha presentato due provvedimenti (uno relativo ad un «parere sul reclutamento docenti» e un altro su «lapprovazione di uninedita commissione per la riforma dello Statuto»), entrambi approvati, ma su cui non sono mancati «scontri, contrarietà e astensioni», riporta il Cuda.