Antonella Di Bartolo, vincitrice del premio dedicato a Tullio De Mauro, ospita all'Ics Sperone-Pertini di Brancaccio un'esposizione permanente sul presidente più amato. Il sottotitolo, La nobiltà della politica, richiama il suo impegno per il Paese
Una mostra su Pertini nella scuola che porta il suo nome La dirigente: «Torna tra i giovani che lui amava tanto»
Una figura della recente storia italiana e un impegno politico che trasportati ai giorni d’oggi sembrano appartenere invece a un passato lontanissimo. Sandro Pertini resta nella memoria degli italiani un presidente della Repubblica tra i più amati, di cui difficilmente si sente parlare se non per tesserne le lodi. Un esempio che ancora oggi guida e ispira il lavoro di tanti, come quello di Antonella Di Bartolo, dirigente dell’Ics Sperone-Pertini di Brancaccio che ospiterà la mostra permanente Sandro Pertini, la nobiltà della politica, dedicata proprio all’amato presidente da cui prende il nome. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Palermo, è stata inaugurata oggi alla presenza, tra gli altri, dell’assessora alla Scuola Giovanna Marano, del professor Stefano Caretti del Centro Studi e documentazione S.Pertini – Fondazione di studi storici F.Turati e del presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli Valdo Spini.
«L’inaugurazione di questa mostra rappresenta per il nostro istituto un momento particolarmente felice – afferma la dirigente scolastica – Il presidente Pertini torna tra i giovani che lui amava tanto, e a cui sempre si rivolgeva. Nel messaggio di fine anno del 31 dicembre 1971 affermava che “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”». E aggiunge: «Mi permetto di dire io oggi che i giovani hanno bisogno di veri ideali ed esempi verso cui orientare la loro vita, hanno bisogno di riscoprire figure come Sandro Pertini. Uomo politico onesto e capace come pochi di difendere la libertà e i diritti costituzionali, ma anche di affermare che libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile, egli fu in grado di rinsaldare il rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato». Questa mostra è il frutto di una «felice sinergia interistuzionale», in quanto è stata realizzata grazie alla concessione in comodato d’uso dei pannelli già utilizzati per una installazione all’Archivio Storico del Comune di Palermo, e alla collaborazione con il Centro Studi e documentazione Sandro Pertini. «I nostri ragazzi, guidati dai docenti – conclude – l’hanno poi allestita e arricchita con approfondimenti tematici. Un elemento di pregio è che questa mostra avrà carattere permanente e sarà sempre visitabile da parte della cittadinanza: un motivo in più per affermare l’importanza della scuola aperta, presidio culturale e valoriale, ma anche luogo di dialogo, di crescita e di confronto intergenerazionale».
Sandro Pertini è stato un grande presidente della Repubblica (1978-1985), nella parte finale della sua vita dopo avere percorso un lungo cammino, ricostruito da Spini: «Imprigionato nel 1929, trascorse quattordici anni ininterrotti di carcere e di confino, durato fino alla caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, senza mai deflettere dalla sua fede socialista e antifascista. La sua colpa era solo quella di propaganda politica contro quel regime dittatoriale, ma tanto bastava per subire una sorte del genere. A Roma nell’agosto del 1944 venne catturato insieme ad un altro futuro presidente della repubblica, Giuseppe Saragat, imprigionato a Regina Coeli e condannato a morte. I due con altri prigionieri politici riuscirono ad evadere grazie ad un audace colpo di mano organizzato dal partito socialista e compiuto da Giuliano Vassalli, con l’aiuto del medico del carcere». Spini ripercorre gli anni successivi alla guerra, dall’elezione all’assemblea costituente nel 1946, Pertini, Presidente della Camera nel 1968-1976, fu ininterrottamente parlamentare fino alla sua elezione a Presidente della Repubblica fino al 1955 quando rappresentò il Psi ai funerali di Salvatore Carnevale, il sindacalista socialista ucciso alla mafia e fu l’avvocato di parte civile al processo contro i suoi assassini. E conclude: «Pertini con il suo pensiero e la sua azione costituisce un esempio attualissimo della bellezza di una fede e di un impegno politico, quell’impegno politico che egli non cessava di additare ai giovani del nostro paese e che è vitale per il nostro progresso civile e democratico».
La mostra, si diceva, era stata già allestita in città nel dicembre 2018, a chiusura di Palermo Capitale della Cultura, quando la Fondazione Turati-Centro Studi Sandro Pertini l’organizzò in collaborazione con la direttrice dell’Archivio comunale, Eliana Calandra. «Ora quei pannelli costituiranno un percorso espositivo, aperto anche al pubblico, all’Istituto Sperone-Pertini nel quartiere Brancaccio – afferma Caretti – Il Plesso scolastico grazie alla preside, Antonella Di Bartolo, e a uno straordinario corpo docente, un tempo devastato rappresenta ora un’eccellenza a livello nazionale. Tra le varie ipotesi questa ci è parsa senza dubbio la migliore destinazione».