Una Catania vintage per due giorni Pop Up Market al Chiostro dei Minoriti

Il palazzo dei Minoriti si trova nella via madre del capoluogo etneo, è l’ex convento dei frati Minoriti e l’attuale sede della Provincia catanese. La serietà della bandiera nazionale esposta alla finestra e il grigiore della pietra lavica dell’architettura si confondono con i mille colori delle bancarelle e con l’umore ruspante degli organizzatori del Pop Up Market. Abiti di varie taglie e scarpe di diverse stagioni ma rigorosamente anni ’60 e ’70, hit musicali formato 33 giri, accessori handmade e biciclette vecchie tirate a lucido. E ancora Polaroid, occhiali da sole, utensili da cucina e supplementi d’arredo, tutti dal gusto retrò, circondati sullo sfondo da cubi.

Ad organizzare e coordinare l’evento è Sarah Spampinato, styler e dj nota nel panorama catanese, che ci racconta: «Il Pop Up market non è solo una piattaforma di vendita dei prodotti ma è molto di più. Si tratta di creatività, dialogo, scambio di idee e di sinergie. L’idea stessa di pop up sta per apri e chiudi». E ancora aggiunge: «Il mercatino ha lo scopo di coinvolgere la gente, sostenere il commercio locale e animare uno dei posti più belli di Catania, il Chiostro dei Minoriti».

E la formula pare funzionare, facendo un giro tra i banchetti di esposizione e vendita. La curiosità di frugare tra vecchie gonne che raccontano la storia di qualcun altro o di camminare dentro le scarpe di altri e vecchi passi, oppure ancora di spulciare tra musica in versione vinile per trovare un Elvis Presley del ’73, attira non solo gruppi di turisti ma anche catanesi della passeggiata pomeridiana del fine settimana.

I manichini sartoriali vestiti della moda di ieri si mescolano ai visitatori, armati di reflex ma affascinati dalle macchine fotografiche istantanee esposte in qualche stand, mentre i venditori-espositori- per lo più trentenni siciliani- tentano di convincerli sulla rarità di un piccolo occhiale da sole modello John Lennon o sulla particolarità di uno sgabello a forma di valigia modello emigrante. Anche gli utensili da cucina e le poltrone portano indietro nel tempo, così come portano clienti al mercatino.

L’organizzatrice ha ricercato e selezionato personalmente artigiani ed espositori per mesi ed ha, inoltre, deciso di impreziosire la scena con la fortunata installazione Place des Folies ideata dall’affiliato Aiapp – Associazione italiana di architettura del paesaggio Daniele Spitaleri. Le Place des Folies è stata già protagonista al Made in Medi, la settimana della moda di Noto, tenutasi dal 3 al 9 giugno scorso, come evento collaterale di design, raccogliendo l’interesse dei media.

«Il protagonista dell’installazione è il cubo, concettuale e decostruito, in una misura standard tra cinquanta centimetri ed un metro – spiega l’ideatore – Ho bandito un concorso, fiducioso di trovare artisti con ottime idee e ne ho selezionati quindici, anche se al Pop Up Market espongono solo in undici. Gli ideatori dei cubi sono studenti di design, architetti e fashion stylist e hanno scelto temi vari per la loro opera».

I cubi sono posizionati lungo il perimetro del Chiostro e sotto il porticato, così da essere una vivace cornice del market. C’è il Rubik jeans, un cubo morbido realizzato con il famoso tessuto, l’Assettati soggera, opera di Daniele Spitaleri in collaborazione con Spazio Av; i Cavi al cubo di Giulia Ferrera, con piccoli cavi di diverse tonalità cromatiche che fuoriescono da un bianco cubo. E ancora, Misi&Dola di Duello e RinaldiScirocco di F. Dollo, in legno e spighe di grano; Couch cube dei Kwg – cubo vincitore del Made in Medi -; il Fra.Se dei fratelli Abate; il Two Table di M. Masano e il PicNic table di S. Tallio. A chiudere il lato destro del Chiostro troviamo le installazioni cubiche di Carciotto/Condorelli/Pappalardo/Stramondo e del giovane Pellegrino, rispettivamente il Dcubo e il Toy.

Ma non è tutto, perché sia il Pop Up Market che le follie si attengono a un particolare corredo: le piume. Il tema di questa edizione del mercatino è appunto la libertà d’espressione e la spensieratezza, e questi concetti sono rappresentati da tantissime piume d’uccello sparse tra le bancarelle e i cubi. In comune tra il mercatino e l’installazione anche l’obiettivo di diventare itineranti. Dopo Noto e Catania, il binomio proseguirà al museo Renato Basile e a Taormina. Tra la classe sempre attuale del mai sorpassato e dell’arte mai ripetitiva.


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