Cera una volta un Parco Archeologico a Catania. Cera stata una cerimonia ad inaugurarlo. Cera stata la posa di alcuni segnali stradali che limitavano il traffico automobilistico nella zona archeologica. Sono passati sei anni e nulla è rimasto di tutto questo. Anzi i cartelli sono ancora lì, testimonianze di archeologia urbana forse.
Il progetto, inutile negarlo, era ambizioso: creare un parco archeologico urbano che facesse risorgere dal sottosuolo la storia antica della città attraverso le sue testimonianze fisiche, inserendole armonicamente nellattuale contesto cittadino.
Come testimoniato dal Masterplan di Catania redatto dallamministrazione comunale il progetto prevedeva la predisposizione di una serie di strutture, impianti, arredi urbani e servizi, che avrebbero dovuto permettere di dar vita ad una sorta di museo allaperto, la cui lettura sarebbe stata organizzata attraverso itinerari ragionati e sussidi didattici. Ancora dopo sei anni, come detto, nulla di quanto progettato è stato realizzato. Motivi di un tale insuccesso sono, principalmente, da un lato la difficoltà a reperire i fondi e ad implementare una gestione virtuosa del nostro patrimonio culturale, dallaltro il mancato coinvolgimento dei cittadini nella crescita del progetto. Per quanto riguarda il primo aspetto, dal momento che i fondi provenienti dal settore pubblico si riducono costantemente ogni anno, risulta necessario implementare livelli di gestioni basati sullincremento del finanziamento privato, attraverso attività di marketing, un po come è successo negli Stati Uniti da più di un decennio. Sembrerebbe necessario per cui, investire sulla costruzione di unimmagine e nellidentificazione di una marca e concentrare gli sforzi per incrementare la domanda dei servizi offerti. Si dovrebbe, a tal proposito, prendere in considerazione lidea di creare una sorta di fondazione con il compito di gestire esclusivamente i beni monumentali in condizioni di efficienza e di efficacia. Per quanto riguarda il secondo punto di debolezza emerso, cioè la necessità di riuscire a far conoscere quanto più possibile la città antica, ciò può avvenire attraverso la realizzazione di opere di valorizzazione e fruizione dei beni, in modo tale da comunicare che la città antica era unica nonostante le emergenze isolate l’una dall’altra, ma anche attraverso un coinvolgimento attivo dei cittadini. Significa penetrare nella città e sollecitarne la partecipazione attiva organizzando, ad esempio, manifestazioni sulla base dellesperienza francese Portes ouvertes sur les monuments historiques.
Quanto precedentemente affermato attiene a prospettive di medio e lungo termine; per quanto concerne con la gestione di breve termine abbiamo voluto dare unocchiata allo stato dei beni archeologici della città.
LAnfiteatro Romano, sito in Piazza Stesicoro, visitabile tutti giorni, mattina e pomeriggio, appare in buone condizioni se non fosse che ospita i resti di un gazebo, tendone e sostegni, finito lì per cause ignote. Anche i resti in Via Anfiteatro appaiono in buone condizioni, anche se la traversa di via Manzoni è degradata da graffiti sui muri e odori insopportabili.
Seppur larea è occupata da lavori di valorizzazione e messa in sicurezza, le visite al Teatro Romano e al vicino Odeon sono garantite tutti i giorni, mattina e pomeriggio. Sempre come testimoniato dal Masterplan di Catania, attraverso fondi comunitari si sarebbero dovuti realizzare scavi archeologici lungo Via Teatro Greco e nello slargo dellOdeon dove gli esperti ritengono corresse lantico Decumano massimo, il principale asse viario della città romana. Oggi lo slargo antistante allOdeon, oltre a non presentare tracce di scavi archeologici, è abbandonato ad un degrado spaventoso; così come è abbandonata ad un degrado spaventoso la strada che porta alle Terme della Rotonda, chiuse per lavori; i resti delle Terme dellIdria, un rudere cadente, fanno da corollario ad un parcheggio.
In buone condizioni appaiono, invece, le Terme dellIndirizzo, in Piazza Currò, e lIpogeo Romano, situato in via Sanfilippo (traversa di Via Ipogeo). Le visite avvengono però, previa prenotazione telefonica per la gioia di quanti, turisti e residenti, ignari di questa trovata, non immaginano che visitare un monumento possa avvenire dietro appuntamento. Come dal medico!
Utili riferimenti bibliografici:
Comune di Catania, Osservatorio socio-economico; Programmazione e linee strategiche per la progettazione del Masterplan di Catania; a cura di Salvatore Zinna, Vittorio Ruggiero e Antonio Grasso; Franco Angeli.
Neil Kotler, Philip Kotler; Marketing dei musei, obiettivi traguardi risorse; Edizioni di Comunità.
Maurizio Rispoli; Prodotti turistici evoluti, casi ed esperienze in Italia; Giappichelli Editore Torino
Articoli pubblicati sullargomento da La Sicilia il 31 Luglio 2000 e ad Agosto e Settembre 2000
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