Un palio di bronzo (ma senza medaglia)

Il palio delle facoltà… bello… ma cos’è? Qualcuno se l’è chiesto guardando l’avviso sul sito della facoltà e qualcuno, in cerca di un break prima della sessione d’esami, si è pure iscritto. I linguisti senza maglia si vedono vicino al bar della Cittadella, in un territorio ostile e così lontano dagli scorci settecenteschi a cui sono abituati. Strano ma vero, sin da subito non si creano team separati, anche perché quasi tutti non si conoscono fra loro. Però si inizia a fraternizzare per capire meglio come organizzarsi e, soprattutto, come fare a non cadere facendo la corsa con i sacchi.

Si tenta anche la carta dello spionaggio industriale interfacoltà: magari gli altri ne sanno di più. Ma l’unica cosa che appare chiara è che si rischia la brutta figura: dove sono le nostre t-shirt? Lo speaker chiama. E che si fa? Niente, si sfila ognuno con la propria maglietta e l’azzardata proposta di uscire dal tunnel che porta al campo di rugby a torso nudo raccoglie solo qualche sorriso. A metà percorso, la visione: Roberto Parco con le maglie! Una scena da aiuti umanitari, con un pacco che viene lanciato oltre la recinzione e un incaricato che spartisce il bottino. Le maglie amaranto sono un bijoux!

Dopo la sfilata e l’esibizione delle affascinanti danzatrici del ventre, che molti speravano fossero colleghe in incognito, ci si divide nelle varie gare. La mala cumpassa sembra in agguato con l’umiliante eliminazione in sequenza dei cestisti arraffazzonati, dei calciatori meglio sistemati, dei pallavolisti del beach volley e dei tiratori alla fune. È il volley a rompere l’incantesimo degli sport di squadra. Battute le economiste, tutti i linguisti si ritrovano al palazzetto per tifare per le ragazze nelle due gare contro avvocatesse e dottoresse. Go go go, languages go; L’equipe des langues est la meilleur de toutes; Arriba abajo, idiomas extranjeros sono i cori più gettonati, diretti da Daniele Manzone, che ricorda un capoultrà del Cibali dei tempi migliori. Il terzo posto finale è decisamente poco per le ragazze. Se solo avessero avuto modo di conoscersi prima…

I velocisti danno più di una soddisfazione, con il quinto posto maschile e il sesto femminile nei 100 metri e il settimo nella staffetta. Ma i risultati più lusinghieri arrivano da competizioni che chiunque avrebbe sottovalutato, tranne i nostri linguisti. Nei calci di rigore ci si deve arrendere solo in finale, con l’ottima prestazione di tutte le ragazze. Nella corsa con i sacchi il terzo posto è un gran bel risultato, escoriazioni alle ginocchia a parte. Nel lancio del cuscino (non il guanciale come tutti credevano… quello più piccolo!) gli amaranto sono ancora secondi. A pranzo, sotto il tendone fuori dal bar, la brezza fresca è il migliore dei trofei per tutti i partecipanti!

Alla fine, questi piccoli risultati fanno scalare una classifica ripidissima e alla fine pure corta. C’è chi grida allo scandalo: ad una delle ragazze di Lingue vengono assegnati 7 punti in più! La sua onestà è lodevole, ammette lei stessa l’errore. Qualcuno mugugna, quei punti avrebbero permesso di scavalcare Architettura… e non per trovarsi al penultimo posto. Al secondo! Con i cari dottori che ci hanno eliminato a volley e basket occupiamo la terza piazza, mentre il presidente del Cus Luca Di Mauro premia gli inarrivabili ingegneri. «È andata benissimo – ci dice – soprattutto grazie a voi. Siete voi studenti che dovete spingere per manifestazioni del genere e l’anno prossimo faremo la settima edizione». Una medaglietta per il terzo posto non avrebbe fatto schifo, ma tant’è. Ci consoliamo giocando una partita a basket ragazzi contro ragazze, finita nella calura pomeridiana in tante risate, e poi prendendo l’ombra dietro una tribuna.

È uno storico risultato, ma in pochi se ne accorgono. Ma alla fin fine, siamo stati noi a divertirci e a riportare a casa le nostre magliette fighissime: peggio per gli assenti! Grazie ragazzi!

Roberto Quartarone

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