A ricevere il prestigioso riconoscimento della rivista economica statunitense è un ingegnere 27enne che ha fondato la start up Smart Building Skin insieme alla collega Luisa Pastore. «Abbiamo lavorato duramente per ottenere questi risultati. Le risorse sono nostre, non abbiamo ricevuto soldi pubblici»
Un palermitano tra i 30 europei scelti da Forbes L’idea di Morini: mattoni che producono energia
Appena 27enne ma già tra i primi trenta europei dell’anno per Forbes. Marco Morini, palermitano doc, ingegnere edile, riceve il prestigioso riconoscimento della rivista statunitense di economia e finanza. Una vetta raggiunta grazie al progetto innovativo portato avanti con la start up Smart Building Skin, fondata insieme a Luisa Pastore. L’idea vincente è creare una sorta di mattone in vetro, uno smart block, capace di isolare termicamente e produrre energia. Accanto alla creazione di sistemi capaci di facilitare l’installazione e che permettano all’utente di interagire. Quello di Marco è un percorso iniziato tre anni fa all’interno di un gruppo di ricerca all’università di Palermo, per poi decollare in vera e propria start up nel 2013. Alla base, un team di ragazzi affiatati che non supera i trent’anni e che ha trovato nel lavoro di squadra il segreto del successo.
«Abbiamo lavorato duramente per ottenere questi risultati – spiega Morini a MeridioNews – per questo siamo stati notati da Forbes. Prima di fondarci come start up, siamo stati gruppo di ricerca all’interno del dipartimento di Architettura dell’ateneo -. Io ho iniziato con la professoressa Rossella Corrao durante la tesi di laurea e adesso lei è la nostra amministratrice delegata. Siamo sei in tutto». In una prima fase, il gruppo ha progettato questi prodotti edili innovativi ricercando anche un mercato di riferimento. E adesso è proprio a quel mercato fatto di aziende nazionali e non che guarda per avviare rapporti di collaborazione. «Il nostro obiettivo è portare a termine dei contatti che abbiamo avviato, stiamo costruendo partnership sia per lo sviluppo che di tipo commerciale – sottolinea Morini -. Abbiamo contatti nazionali ed esteri con aziende che potrebbero diventare potenziali nuovi investitori, il 2016 rappresenta la tappa di consolidamento e perfezionamento del lavoro fatto».
«Non abbiamo avuto molto accesso ai fondi universitari e regionali, qualcosa ci è arrivato dall’Europa ma neanche tantissimo – continua -. Abbiamo ricevuto sostegno sul fronte della formazione, percorsi di incubazione ed esperienze. Ma per il resto abbiamo pagato noi. Il nostro è un bel progetto che ci potrebbe portare molto lontano». Un sentiero non privo di ostacoli e difficoltà dettato anche dal contesto socio-economico nell’isola, certamente non dei più semplici. «Qui manca uno spirito di collaborazione tra imprese e all’interno dell’università – commenta l’ingegnere -. In un’altra nazione probabilmente saremmo nati prima». Andare all’estero rimane una possibilità, ma al momento Morini non ci pensa. «Non lo so, può darsi – conclude – intanto abbiamo da completare il nostro progetto qui, a Palermo, anche per onorare il riconoscimento ricevuto da Forbes, frutto di grande impegno e fatica».