Il performer che da oltre vent'anni vive a Londra sarà il titolare della prossima masterclass della prestigiosa istituzione inglese presieduta da Kenneth Branagh. «Torno spesso a casa, ma il mio lavoro, ormai, è lontano da qui» racconta l'artista che si ispira, tra gli altri, anche a David Bowie
Un palermitano alla corte della regina Ernesto Tomasini alla Royal Academy
Sarà del palermitano Ernesto Tomasini la prossima masterclass della Royal Academy of Dramatic Arts di Londra, l’istituzione artistica presieduta da Kenneth Branagh e che vanta, fra i suoi associati, divi del calibro di Ralph Fiennes e Helen Mirren. La masterclass è una sorta di prestigiosa lezione dimostrativa ed Ernesto è il primo italiano a tenerne una. Si esibirà in brani musicali e drammatici tratti dal suo repertorio accompagnato al piano dal concertista russo Konstantin Lapshin.
Il performer nasce a Palermo nel 1968 ma sin dall’adolescenza si sposta all’estero per fermarsi poi a Londra, dove vive da oltre 23 anni. Esibendosi sui più noti palcoscenici del mondo, dal Sud America all’India, dal nord Europa alla Grecia, Tomasini ha anche avuto la possibilità di tornare a lavorare a Palermo grazie a Roberta Torre, che lo ha scritturato per impersonare l’Aida durante la scorsa stagione del teatro Biondo. «Tornerò a breve per il docufilm sull’Aida, sempre di Roberta Torre – racconta – ma torno almeno una volta all’anno, principalmente per stare vicino ai miei genitori. Non penso di potermi stabilire lì, ingaggio dopo ingaggio sono fuori da quasi 25 anni. Il mio lavoro è lontano da casa». Del capoluogo, l’artista pensa che in seguito ad una profonda e dura decadenza qualcosa si stia muovendo. «Ho lasciato la città quando sembrava essere alla fine dei suoi giorni ma tornando, nei primi anni ’90, l’ho trovata più viva. Poi c’è stato un lungo periodo di decadenza ma percepisco che qualcosa si sta muovendo, anche se i palermitani si lamentano sempre». L’attore ricorda i suoi esordi in California, dove a 16 anni interpretò per caso un clown ma «A Palermo – afferma – facevo cabaret in una città ‘artisticamente’ deserta. C’erano soltanto piccoli disco club. Io portai una nota Off, insieme a me ricordo un gruppo che si chiamava Le Ascelle e Luigi Lo Cascio».
Tra meno di dieci giorni, il 20 gennaio, sarà il protagonista alla Royal Academy. «Sono stato contattato dalla curatrice Jane Streeton perché cercava qualcuno che fosse coperto sia dal punto musicale che vocale. Io ho un’estensione di 4 ottave, da piccolo cantavo tutto il musical Mary Poppins nella stessa ottava di Julie Andrews di nascosto a mia mamma». Da allora sono cambiate parecchie cose, oggi Tomasini lavora con leggende della musica come Man Parrish, il produttore, tra gli altri, dei Village People e Michael Jackson, con il quale a febbraio inciderà il nuovo album della sua band Almagest!.
Tra le sue ispirazioni, il compianto David Bowie e Anthony Newly ma anche Gino Bramieri, Duilio Del Prete e Arturo Brachetti. «Mi lascio ispirare soprattutto dalle arti visive – spiega – perfino dai disegni che facevo da bambino e che oggi trasformo in azioni, immagini e suoni. Ritengo però che l’arte sia una sensibilità genetica. Sono pronipote dell’ultimo divo della Commedia dell’Arte, Salvatore Tomasino, che interpretava la maschera di Pasquino, e mio nonno invece aveva una scuola di ballo. Ho l’esigenza di esibirmi per un fatto genetico».
«Sarò anche incluso nell’Osservatorio delle Arti e della Scrittura in Sicilia». Il progetto promosso dalla Regione che ha come obiettivo la promozione della creatività siciliana attraverso la voce di figure rappresentative. «Sarò insieme a Emma Dante e agli altri pittori, scultori e artisti, faremo delle video interviste che verranno catalogate e diffuse». Per il futuro è previsto anche un’iniziativa avveniristica. «Sarò attore nella prima opera olografica della storia: Simphony for a lost generation – conclude Tomasini – parteciperanno anche l’orchestra filarmonica della Lituania, il coro di Vienna e oltre 250 attori, debutterà in aprile a Londra e successivamente sbarcherà in Europa».
.