Sono un docente di origine catanese che vive a Milano ormai da tanti anni, ma non per questo dimentica di seguire da vicino tutto ciò che avviene nella città natale, anche dal punto di vista sportivo. Vorrei infatti approfittare del vostro quotidiano per inoltrare un accorato appello alle istituzioni, sindaco Enzo Bianco e assessore Valentina Scialfa in primis, dai quali in precedenti missive non ho avuto risposta, in merito a una proposta che credo meriti maggiore attenzione. Tutto il movimento sportivo catanese è spesso assorbito in questo momento dalle note vicende calcistiche, ma spesso dimentichiamo che esistono altre realtà sportive che hanno dato lustro e vanto alla nostra città. Parlo in particolare della pallanuoto femminile, che come molti sanno qui a Catania ha posto le radici per quel movimento che non solo si identifica nella squadra dell’Orizzonte, capace di vincere tutto ciò che c’era da vincere fino ad oggi, ma anche per quel meraviglioso patrimonio chiamato Setterosa che ci ha emozionato con le vittorie mondiali, europee e soprattutto con il trofeo olimpico di Atene 2004, interamente costruito alle pendici del vulcano.
Ecco, noi catanesi siamo capaci di fare imprese straordinarie, come è abitudine per gente dal sangue vulcanico, ma molto spesso, come la lava che travolge tutto ciò che incontra cancellandone la memoria, siamo anche molto lesti nel dimenticare i contributi di chi ha speso tanto in termini di sacrifici per lo sport catanese e siciliano in generale. Mi domando infatti come mai a Catania non esista un monumento che possa celebrare la storia della pallanuoto femminile, anche con una semplice intitolazione di qualche impianto sportivo (come avvenuto con la lodevole iniziativa per commemorare il compianto Francesco Scuderi), oppure con la realizzazione di un’opera che possa abbellire qualche contesto urbano e che possa additare un modello di virtù per le giovani generazioni.
Mi piacerebbe tanto poter vedere in futuro il giusto riconoscimento che merita questo patrimonio non solo cittadino, ma anche nazionale. Da qui il rinnovato invito alle istituzioni cittadine, ma anche a privati cittadini, affinché possa davvero prendere vita un sogno che vorrei fosse realizzato presto.
Umberto D’Ambrosio, Milano
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