Mauro Sodano, 27 anni, ieri sera ha trascorso una tranquilla serata con gli amici. Al momento di salire sulla sua auto per tornare a casa, è stato avvicinato da due delinquenti. «Mi puntano due bei coltelli alla gola, e con un alito ben pregno di alcool e di chissà quale merda chimica, mi intimano di dargli 50 euro». Ma il ragazzo con sé non ha soldi. Lo costringono a salire in auto e a recarsi al primo bancomat dove preleverà 100 euro. «Da quando è successo il fatto non riesco a dormire, perché non mi sento sicuro di andare in giro per la mia città»
Un lettore: «Io rapinato col coltello alla gola» L’aggressione in piazza della Repubblica
Il racconto che vi proponiamo è andato in scena stanotte, intorno a mezzanotte e mezza, nella centralissima piazza della Repubblica. Solo che non si tratta di un copione, ma dell’amara realtà che un ragazzo di 27 anni ha dovuto affrontare. Lasciamo che a spiegare i fatti sia la stessa vittima, Mauro Sodano, che ha affidato al web il suo sfogo e la sua paura.
Questa mi mancava, quindi la racconterò esattamente così come mi è accaduta.
Catania, esterno sera tardi.
Io sono in macchina, sono appena andato in un noto bar del centro, dopo aver lasciato a casa un amico: mi prendo un solitario caffè macchiato che mi mette in pace con il mondo.
Esco dal bar, le strade non sono piene ma nemmeno deserte, è pur sempre domenica e alla gente piace stare in giro. Vado verso la macchina e di colpo, appena entrato, mi si piazzano davanti due individui, mi intimano di scendere e recitano tutto il copione già conosciuto di quello che i catanesi conoscono bene come «fermo».
Mi puntano due bei coltelli alla gola, e con un alito ben pregno di alcool e di chissà quale merda chimica appena ingerita, mi intimano di vuotare le tasche, di aprire il portafogli e di dargli 50 euro. Io questi soldi non ce li ho, infatti in pizzeria abbiamo pagato poco con i soldi spicci. Per loro chiaramente non è un problema, il più sveglio dei due nota il mio bancomat e sposta il coltello dalla gola al viso, appena sotto l’occhio, con la mano libera mi preme molto forte la spalla e mi mette alla guida della mia macchina, lui e il compare salgono in auto con me.
Costretto a guidare con due coltelli puntati, uno alla gola e uno alle costole vengo invitato a fare un prelievo di 100 euro. Che devo fare? Quello che farebbero tutti: andiamo al bancomat. Riesco a convincere uno dei due a scendere con me, per rassicurarli. Il mio vero intento però è quello di farli inquadrare da una delle due telecamere a circuito chiuso che stanno sopra il bancomat ma purtroppo è buio e lui si mantiene a distanza, pur con il coltello puntato verso la mia schiena. Presi i soldi, si dileguano con tutto il corollario di minacce verso di me, famiglia e quant’altro.
Ora, io è da quando è successo il fatto che non riesco a dormire, ma non perché non abbia sonno, anzi. Non riesco a dormire perché io non mi sento sicuro di andare in giro per la mia città, perché dopo aver chiamato la polizia mi è stato risposto: «Ma di solito la zona è tranquilla, se lei me lo diceva mandavamo la pattuglia». Ecco, la pattuglia, come sempre deve essere mandata DOPO che succedono le cose, vero? E prima? Prima niente, così si risparmia? O perché vi seccate anche a fare il vostro cazzo di lavoro?
Non riesco a dormire perché mi rompo l’anima giornalmente per vivere su una strada vera e autentica, di rispetto delle regole. Ok, sono nato e cresciuto in una famiglia che mi ha sempre educato al valore alto della collettività e della società civile.
Io che cosa devo pensare? Poverini loro che non hanno il denaro? Poverini loro che sono cresciuti allo sbando? O devo pensare, al contrario, che quando si tratta di farsi eleggere sono tutti bravi con le parole e nei fatti poi non si fa un cazzo? Dei 100 euro me ne importa poco rispetto al fatto che sarei potuto morire ammazzato. Mi preoccupo molto di più per tutti quelli che vorrebbero una città diversa, sicura, pulita, spensierata.
Una catania con la c minuscola, come quella di stasera mi fa schifo e basta, non provo nemmeno rabbia, solo infinita pena, per chi commette queste cose e per chi dovrebbe vigilare e non lo fa.
Mauro Sodano
La vittima ha sporto denuncia alla polizia.
[Foto di Catania]