Un giorno di ordinaria follia al pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo

di Aldo Di Vita

“Questo Paese ha un urgente bisogno di una sterzata! Stiamo parlando di un’Italia che ogni giorno conta 650 nuovi poveri: il Terzo Mondo è anche qui”. (Gino Strada)

Palermo pronto soccorso Ospedale Civico, Ottobre, ore16:50 reception room.

Ha inizio un lungo calvario d’attesa per un paziente affetto da un attacco d’asma allergica, che è classificato con codice giallo.

Tempo d’attesa stimato in circa 50 minuti, (minuti reali trascorsi circa 180 circa).

Il paziente è supportato subito con ossigeno dall’unico infermiere presente momentaneamente nella sala d’attesa.

La sala d’attesa e colma d’altri pazienti a turno per la visita nelle rispettive sale verde, gialla, e rossa. L’ordine e il seguente: 6 codici gialli, nessuno rosso e 10 verdi. L’ambiente non riserva spazi sufficienti e protetti della privacy dei pazienti e dell’unico parente autorizzato al seguito. Le condizioni d’igiene, e pulizia sono ai limiti della mediocrità. I pazienti presenti non sono efficientemente supportati dall’assistenza infermieristica. Si denota la mancanza del personale paramedico in numero inferiore ad espletare un servizio regolare. Ad assistere il proprio congiunto, e il parente che con buona volontà, e spirito di solidarietà, assiste moralmente anche altri pazienti, che al momento sono soli nell’attesa dell’arrivo dei propri parenti.

Per questo stato di cose nell’ambiente la confusione regna sovrana. L’ansia dei parenti che nervosamente aspettano, che il congiunto sia assistito in tempi brevi, col passare delle ore si trasforma in rabbia delusione, e impotenza d’aiuto verso il congiunto.

I pazienti stanchi e sofferenti chiedono aiuto, e a volte gridano la loro rabbia, e dolore, specialmente quelli attualmente soli, che disperati e smarriti esplodono in crisi isteriche chiamando l’infermiere, che non arriva prontamente dato la quantità di pazienti presenti in sala. Alcuni di loro guardano nel vuoto sperando l’arrivo di una persona cara.

Il mio pensiero a tutta questa sofferenza, che oltre a umiliare il paziente, e la sua dignità d’essere umano, lascia spazio ad un notevole sdegno emotivo, come congiunto del paziente, e come cittadino di un paese, che ha il vanto di fare parte dell’unione Europea, ma di non avere strutture che possano garantire la salute dei propri cittadini, e particolarmente con riferimento all’inefficienza operativa del servizio principale di primo soccorso. Tutto quanto legato ad un fattore burocratico amministrativo, che con il decretare di leggi, e manovre economiche dei cosiddetti tagli ai servizi primari dei cittadini, ha, di fatto, messo in ginocchio tutto il sistema sanitario organizzativo decimando posti di lavoro, e risorse economiche indispensabili sia alla ricerca, e al funzionamento strutturale, e tecnico ospedaliero. Ironia della sorte in alcune strutture mancano anche lenzuoli, carta igienica, medicinali, attrezzature medicali, e quant’altro. E come ulteriore beffa spesso le fonti d’informazioni ci fanno sapere di strutture ospedaliere costruiti e mai resi funzionanti nel degrado più assoluto in mano al vandalismo incivile di alcuni.

La cosiddetta macelleria sociale degli ultimi governi tecnici e non, con saggi di primo pelo e consulenti magna, magna, sia a livello nazionale sia a livello regionale, con la maledetta teoria economica del risparmio hanno definitivamente tolto anche la speranza degli ammalati, e di una guarigione alle loro sofferenze. Tutto ciò anche a dispetto delle regole e leggi del parlamento europeo, che impongono secondo la carta dei diritti umani del paziente, una sicura e certa assistenza, Ma loro in barba a tutto questo con arroganza, e puro menefreghismo persevera diabolicamente ad umiliare i cittadini italiani.

Rientrando nell’incubo di questa brutta serata durante l’attesa che il paziente sia assistito prontamente, chiedo con vigore notizie sui tempi d’attesa, e mi è riferito che ancora c’è da aspettare.

Sono passati circa 150 minuti (codice giallo), e il paziente a causa della lunga attesa continua ad essere fornito di ossigeno per agevolare la ventilazione respiratoria nel mentre comincia ad accusare dolore alla gola e al petto e alle spalle, Dato il soggetto asmatico allergico da persona poco informata di teorie mediche credo, che sia opportuno trattare il paziente in tempi brevi con Bentelan antiallergico al cortisone farmaco indispensabile nel caso di crisi respiratoria, ma ahimè, il tempo d’attesa continua a prolungarsi, e le condizioni del congiunto mostrano un ulteriore peggioramento.

A questo punto comincio a pensare al grande Dante Alighieri e precisamente al canto dell’inferno

E paragono tale situazione ai cerchi dell’inferno, e mi vedo assieme al mio congiunto, che sfortunatamente sta soffrendo maledettamente, vicino al primo cerchio in attesa che qualcuno ci indichi quale girone dell’inferno siamo destinati. Ormai stanco e avvilito come un attore che recita male la parte di una persona apparentemente calma, mi avvio verso qualcosa che somiglia ad una reception in cerca di lumi che esauriscano la mia richiesta di assistenza in tempo breve, davanti a me si pone un addetto che con altrettanta finta pazienza cerca di dare risposte soddisfacenti a tutti quelli che si accalcano nella speranza comune di ricevere buone notizie.

Quindi pongo la mia domanda, quanto tempo ancora deve aspettare, dato che è passato due ore e 30 minuti, e le condizioni del paziente non sono buone, per non esplodere la mia rabbia mi stringo la lingua in mezzo ai denti, e cosi riesco ancora ad avere un comportamento civile. L’addetto che percepisce il mio stato per incoraggiarmi m’invita ad avere pazienza.

Passati altri 30 minuti uno spiraglio si apre finalmente, e in un mixer di rabbia ansia e tachicardia, sento una voce chiamare dalla sala rossa in quel momento non impegnata in casi d’immediato pericolo di vita, sono passati 180 minuti di travaglio psicologico.Veniamo accolti da una dottoressa, che immediatamente dato il caso si mobilita attuando un’adeguata terapia di aiuto all’attività respiratoria del paziente a base di Bentelan somministrata attraverso feblo glucosio, e altro farmaco, inoltre prescrive prelievo venoso per valutazione emocromo e ispezione radiografica del torace.

Con particolare sensibilità, e attenzione noto che la dottoressa è supportata da un solo infermiere e senza la presenza di un ulteriore collega e infermiere dato l’affluenza di pazienti nelle varie sale.

Si denota anche una stanchezza visiva da parte del personale medico, e paramedico la dottoressa molto provata stanca ed esaurita fisicamente continua a dare professionalmente, e moralmente un sufficiente apporto al paziente, e al parente dimostrando un ottimo rapporto di socialità, e civiltà, ma ritengo inopportuno che dei professionisti nel campo medico debbano lavorare in condizioni di questo genere, limitando di fatto una migliore e più qualificata assistenza con un personale sufficiente e un servizio più celere e qualitativo.

Per norma in sala rossa gialla o verde occorre la presenza minima di due dottori e altrettanti infermieri.

Dopo la terapia gli esami e i raggi passeranno ulteriori 180 minuti d’attesa per rientrare in sala rossa ed ottenere il responso degli esami e la terapia prescritta al proprio domicilio del paziente. A dare il responso medico sarà un altro dottore montante che attraverso i dati ricevuti tramite internet consegnerà la terapia al paziente. Sono le ore 0: 30 del giorno dopo si chiude un’amara giornata infernale di un cittadino italiano venuto a chiedere un diritto inalienabile l’assistenza sanitaria.

Ringrazio tutto il personale che pur in condizioni impossibili a effettuare un servizio primario d’emergenza continuano ad esprimere la loro professionalità e solidarietà nei confronti delle sofferenze fisiche umane e morali degli ammalati facendo fede al loro giuramento d’Ippocrate.


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