Un bicchiere non fa male, due sì

Dopo la legge contro il fumo nei locali pubblici, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha annunciato che la prossima mossa sarà quella di regolamentare l’uso di alcool tra i giovani.

Anche se il ministro si riferisce ad una campagna educativa sull’uso dell’alcool che avrà luogo nelle scuole, non si può fare a meno di pensare che anche questa volta si giungerà ad adottare misure drastiche.
Si abbassa sempre più l’età del primo bicchiere e si dà la colpa di tutto alla pubblicità che promuove l’uso di alcool ad ogni buona occasione, senza avvertire sui danni che l’abuso può causare.

Ma dove sono i genitori dei bambini che cominciano a bere a 11 anni? Si potrebbe cominciare ad educare loro piuttosto che i loro figli! Si è giunti anche alla conclusione che molti giovani bevono per superare le difficoltà di relazione all’interno del gruppo.“Se tutti bevono non posso fare la figura della scema ordinando un succo d’arancia”. 

Non si sai poi per quale motivo dopo qualche bicchiere si comincia a parlare di dipendenza, nel tentativo di stabilire una linea di confine tra uso e abuso si tende a generalizzare e tutti i giovani di sera ci trasformiamo in alcolisti pericolosi che vanno in giro magari su una macchina minacciando l’incolumità della gente per bene.

Nessuno tra gli studiosi ha parlato mai di momento aggregante quale può trasformarsi una serata tra amici in compagnia di un bicchiere di birra o di buon vino che serve solo per ridarci l’allegria. Se poi non si finisse col far proibizionismo su tutto, potremmo anche fermarci dopo un bicchiere al posto di continuare a bere solo per il gusto di andare contro le regole.

Da un bicchiere alla dipendenza se ne deve fare di strada! Con questo non si intende sminuire il danno che può causare l’alcool, – si sa prima ti rovina il fegato e poi ti fa morire – , ma la maggiorparte di coloro che vive fino a 100 anni afferma di bere un bicchiere di vino o di birra al giorno, e quindi non è opportuno neanche demonizzarlo! Il vero segreto è non abusarne!

Mentre il nostro Supersirchia, responsabile della salute degli italiani, studia il modo migliore per liberarci da ogni dannosa “schiavitù”, almeno in pubblico, siamo andati in uno dei più noti locali di Catania per capire qual è il rapporto dei giovani con l’alcool.

Avete bevuto qualcosa prima?

“No, questa è la prima birra”

Vierni qui per bere o per stare con gli amici?

“Veniamo qui per parlare, per bere qualcosa  e anche perché qui si ascolta della buona musica dal vivo”

Quante volte alla settimana venite?

“Una o due volte”
“Anche tutti i giorni, ma solo un po’ di birra”

Bevete anche se siete a casa da soli?

“No, da solo mai non c’è gusto”
“Bevo anche da solo, perché mi piace la birra”

E se devi guidare tu per tornare a casa cosa fai?

“Mi limito”
“Mi limito”
“….bevo lo stesso…ma…sto attento”

Provate le bevande alcoliche che vedete nella pubblicità?

“Sì, se mi attira”
“No, vado sul sicuro con la mia birra preferita”

Sapete che fa male?

“Ma no…. Se bevi poco fa bene alla circolazione”
“Sì, e bevo lo stesso”
“Tanto oggi tutto fa male”
“Se abusi fa male, ma se bevi una birra quando sei con gli amici no”

Sapete che il ministro Sirchia vuole intervenire anche sull’uso dell’alcol?

“Sì, ma solo per i minorenni, e fa bene perché anche io quando avevo 15 anni mi ubriacavo e mi rovinavo le serate”

L’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool ha registrato in Sicilia valori inferiori alla media nazionale sull’abuso di alcool tra i giovani. Orgogliosi di questi dati, speriamo di aver dimostrato che non tutti i giovani sono degli irresponsabili e che proibire non serve a risolvere i problemi. Se poi qualcuno pensa che una buona pubblicità possa convincerci a bere alcolici, ne basterebbe una altrettanto buona che ci convinca ad essere moderati. Ricordate che un bicchiere non fa male, due sì!

Valeria Biuso

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