Strisce pedonali inesistenti, segnali di stop del tutto sbiaditi e incroci che, in mancanza di chiare indicazioni sul manto stradale, rischiano essere causa di numerosi incidenti. È il ritratto di una città in cui il servizio di rifacimento della segnaletica orizzontale non viene effettuato da quasi un anno. La manutenzione doveva ricominciare il 24 agosto o, almeno, così aveva dichiarato a MeridioNews il presidente di Sostare Luca Blasi. Ma, complice l’effetto pandemia e le lungaggini della trattativa tra Comune di Catania e società partecipate per il passaggio di alcune consegne da Multiservizi a Sostare, la situazione è rimasta immutata. «Salvo imprevisti – assicura Blasi alla nostra testata – dal 2 settembre il servizio ripartirà». A rischio c’è la sicurezza stradale. «Per questo – sottolinea – la nostra priorità sarà il rifacimento della segnaletica orizzontale dei punti nevralgici e delle vie adiacenti alle scuole». Il 14 settembre ripartiranno le attività scolastiche e l’assenza di una chiara segnaletica potrebbe comportare dei rischi non indifferenti in una città in cui la congestione del traffico veicolare è da sempre considerata un problema.
In effetti, dalla circonvallazione fino al centro città, i passaggi pedonali per raggiungere gli istituiti scolastici sono quasi invisibili. Dall’istituto comprensivo Pizzigoni-Carducci di via Siena (traversa di viale Vincenzo Giuffrida) passando dalla Diaz-Manzoni di via Basile fino ai punti nevralgici di piazza Abramo Lincoln, del tribunale e l’incrocio tra corso delle province e via Gabriele D’Annunzio – ancora oggi al centro delle polemiche per la rimozione delle rotonde volute dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Enzo Bianco e l’installazione dei semafori mai arrivati – la segnaletica è ridotta all’osso. «Partiremo sicuramente dalle scuole elementari perché il servizio non viene effettuato da quasi un anno», ammette Blasi.
Dietro a otto mesi di arretrati, però, si celano le difficoltà nell’addivenire al definitivo distacco dei lavoratori di Multiservizi che dovrebbero transitare a Sostare. Gli stessi che da marzo sono in ferie forzate e in cassa integrazione. Tutto perché Multiservizi non è in grado di garantire il servizio. Individuato il problema, l’amministrazione comunale ha trovato anche la soluzione: incrementare di 1200 unità gli stalli per il parcheggio a pagamento, in modo da generare un guadagno a Sostare da reimpiegare per pagare gli stipendi ai lavoratori. Soluzione, questa, non condivisa da tutti. Per questo, anche a seguito delle polemiche sollevate dai cittadini in merito ai nuovi parcheggi a pagamento, degli originari posti ne saranno realizzati mille. «La riduzione è stata voluta da Sostare perché non ha accettato gli stalli che il Comune proponeva di realizzare nelle zone periferiche», spiega il segretario provinciale Asal, Biagio Fragapane. «Ma in periferia – replica Blasi – non possiamo accettarli perché andremmo contro la legge».
Per Fragapane però c’è molta confusione. «Il distacco del personale e la segnaletica orizzontale sono due cose completamente diverse», commenta il sindacalista. «Che poi Sostare le ha fatte diventare un’unica cosa – attacca il segretario Asal -, questo è un altro discorso, anche perché la ditta ogni anno ha un utile considerevole e su quell’utile ci paga le tasse, quando invece potrebbe impiegarlo per gli stipendi». Per il sindacato, dunque, «Sostare i soldi per pagare il personale in distacco li avrebbe a prescindere dalla realizzazione di nuove strisce blu». Al netto delle polemiche c’è da risolvere il nodo sicurezza stradale. Se la situazione resterà immutata, infatti, si potrebbe arrivare alla dismissione di alcuni lavoratori ancora economicamente a carico di Multiservizi, «perché – aggiunge Fragapane – la corresponsione di ferie e ammortizzatori sociali rappresenta un costo non indifferente per una società».
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