Lo scalo marittimo di Catania è tornato al centro dell'attenzione politica locale e nazionale ma la Commissione europea lo esclude dalla rete internazionale Ten-T, che avrebbe garantito l'arrivo in città di ingenti fondi. Ma il commissario Nunzio Martello impugna la scelta
Ue boccia il porto etneo, a rischio milioni di euro Autorità: «Criteri ok, Bruxelles rivaluti decisione»
Per la Commissione europea il porto di Catania non rientra nei parametri previsti per l’accesso alla rete internazionale Ten-T. Per questo motivo i milioni di euro previsti dal progetto per migliorare le strutture interne dello scalo etneo non arriveranno mai nelle casse dell’Autorità portuale. La decisione però è stata impugnata il 28 aprile scorso dal nuovo commissario dell’ente, Nunzio Martello, che ha inviato una nota a Roma e Bruxelles dove chiede di rivalutare i criteri di accesso, a suo dire perfettamente coerenti con le richieste europee.
«Stiamo lavorando per far sì che l’Europa prenda atto che, per il volume dei suoi traffici, il nostro porto deve rientrare nella rete» spiega a MeridioNews l’ammiraglio Martello. «Secondo la commissione i parametri sono insufficienti, ma oggi stiamo portando avanti un dialogo, ci auguriamo fruttuoso, per dimostrare il contrario».
Il progetto messo in moto da Bruxelles prevede la costruzione di numerosi «corridoi» che collegano i Paesi grazie a miglioramenti nelle infrastrutture marittime, terrestri e aree. «La rete Ten-T con i suoi corridoi centrali contribuirà in modo sostanziale alla coesione europea e al rafforzamento del mercato interno. Un’economia più competitiva si tradurrà in un aumento dell’occupazione». A spiegarlo è il Directorate for mobility and transport, l’organismo della Commissione europea che si occupa di politiche dei trasporti, e dei relativi fondi, per gli stati membri.
La decisione dell’Europa è incomprensibile
Nella richiesta inviata al ministero delle Infrastrutture, l’Autorità portuale definisce «incomprensibile» la decisione delle istituzioni comunitarie. «I dati utilizzati per la valutazione – spiega il commissario Martello – sono ricavati da fonte Istat, riferimento italiano per Eurostat, e fanno registrare un traffico “non-bulk” (merci non sfuse) nel nostro porto, pari a 2.183.000 tonnellate annue e 2.486.000 per l’anno 2013». «Tutti e due i casi sono chiaramente superiori alla soglia di 1.416.000 tonnellate annue indicata dal regolamento europeo quale limite per l’inserimento tra gli scali comprehensive della rete Ten-T». I dati ufficiali, secondo i tecnici catanesi, parlano chiaro: Catania ha diritto a essere considerata snodo nel network del trasporto marittimo europeo. Nel produrre l’istanza di reinserimento nella rete, l’Autorità portuale ha spiegato inoltre di essere in possesso di cifre superiori da quelle rilevate da Istat.
Niente fondi per Catania
Resta da capire dunque come mai Catania sia stata scartata. Negli ultimi anni la policy dell’Unione nei confronti del settore è cambiata e sono praticamente triplicati i finanziamenti nel ramo della mobilità prevedendo 26 miliardi di euro per il periodo 2016-2020. Una pioggia di denaro che arriverà altrove e non colpirà, per adesso, il porto di Catania. Che si dovrà accontentare di un’apertura settimanale alla cittadinanza e della parte di fondi previsti nel cosiddetto «Patto per Catania» siglato da Matteo Renzi.