Per i magistrati non ci sono dubbi, il macellaio originario di Paternò ha impugnato l'arma che i Contiguglia avevano portato con sé mirando ai corpi. L'uomo ha raccontato avere ricevuto la visita dei tre intenzionati a farsi giustizia dopo uno screzio
Ucria, Russo ha sparato dopo aver disarmato vittime Procura: «Tutti i colpi sono stati esplosi per uccidere»
«Non si è trattato di legittima difesa. Salvatore Russo ha sparato per uccidere». Non hanno dubbi il procuratore capo di Patti Angelo Cavallo e i carabinieri guidati dal capitano Marcello Pezzi e dal tenente Rocco Romeo che hanno condotto le indagini sul duplice omicidio di Antonino e Fabrizio Contiguglia, zio e nipote di 62 e 27 anni, e sul tentato omicidio di Salvatore Contiguglia avvenuto la sera di ferragosto a Ucria.
«Le vittime sono state uccise con un unico colpo in pieno volto – commenta il procuratore Cavallo – e anche gli altri tre colpi che abbiamo trovato conficcati nel muro del vicolo dove si è svolta la colluttazione e poi la sparatoria sono stati esplosi tutti ad altezza uomo». Oggi in conferenza stampa è stato sciolto anche il mistero della pistola usata per uccidere.
La calibro 7,65 con cui Russo ha ucciso zio e nipote e ferito il 43enne non era sua. Il 30enne di Paternò era incensurato fino a due giorni fa. È un macellaio che si era recato a Ucria per trascorrere in famiglia il 15 agosto. L’arma l’avevano portata i Contiguglia. Dovevano punire Russo per una lite per un parcheggio avvenuta alle 2 di notte in piena strada. Antonino Contiguglia era cognato del boss Iano Ferrara e aveva alle spalle una condanna di 3 anni e 8 mesi per associazione per delinquere di stampo mafioso arrivata nel processo Mare Nostrum.
I Contiguglia insieme ad altre due, forse tre persone, si sono recati davanti alla porta di Salvatore Russo e hanno cominciato a bussare invitandolo a uscire dall’appartamento. Russo, come raccontato da lui stesso ai militari dell’Arma, avrebbe provato a raggiungere la caserma dei carabinieri, ma sarebbe stato fermato dai Contiguglia. Avrebbe quindi provato a rientrare in casa ma sarebbe stato strattonato e costretto a uscire. A quel punto, sempre secondo il racconto di Russo, avrebbe notato che uno dei Contiguglia impugnava una pistola. Sarebbe riuscito a bloccare il colpo esploso frapponendo l’incavo tra il pollice e la mano tra il cane e il calcio della pistola procurandosi un’abrasione. Quindi avrebbe tolto la pistola dalle mani all’aggressore e avrebbe cominciato a sparare.
Il primo colpo ha raggiunto in volto Antonino Contiguglia che è caduto a terra, il secondo ha raggiunto il nipote, quindi sempre Russo racconta di aver continuato a esplodere colpi raggiungendo il terzo Contiguglia, che è stato ferito alla scapola mentre fuggiva di spalle. A quel punto Russo ha detto di essersi rinchiuso in casa dove ha atteso l’arrivo dei carabinieri. La dinamica è ancora al vaglio dei militari dell’Arma che stanno seguendo accertamenti dattiloscopici e balistici per confermare il racconto di Russo, al momento unico testimone di quanto avvenuto nel piccolo vicolo di Ucria.
Alle 12 è iniziato l’interrogatorio davanti al gip che deciderà se convalidare o meno il fermo. Come spiegato in conferenza stampa, Russo non aveva porto d’armi, ma aveva frequentato un poligono di tiro. Al momento oltre al 30enne di Paternò risulta indagata un’altra persona, si tratterebbe del cognato, ma non si esclude che il numero dei soggetti coinvolti possa aumentare nelle prossime ore.