Turismo, d’elite sì… ma senza ferrovia

di Mariadonata Fricano

Ci eravamo già occupati, giorni addietro, dell’aumento, in Sicilia, dei posti letto in alberghi di categoria superiore, ritenendo che forse qualcosa stava muovendosi nella direzione di un aumentata attenzione al turismo d’elite. Molti lettori, tuttavia, hanno avanzato – e a ragione – delle perplessità sulle infrastrutture che dovrebbero aumentare il valore aggiunto della Sicilia, terra di sole e di mare, permettendone una fruizione totale e piena delle attrattive naturali. Ci siamo allora chiesti quale sarebbe stato l’ambito verso cui indirizzare l’amministrazione regionale. Aeroporti? Autostrade? Linee metropolitane?

La prima risposta – dopo avere appreso dell’aumentata qualità delle strutture recettive siciliane (sulla carta, in base ai dati dell’Osservatorio Regionale del Turismo della Regione siciliana, sul confronto 2007-2012) – è stata che, probabilmente, alla nostra Isola serve il potenziamento della rete ferroviaria.

Sarebbe stato utile pensare, nell’ottica di un’offerta turistica di qualità, ad una serie di tratte di collegamento logistico rapido e comodo. Abbiamo allora indirizzato l’attenzione verso la situazione esistente, pensando già in grande. Pensando da “europei”. Le nostre aspettative, però, si sono subito scontrate con una dura realtà. Intanto cominciamo col dire che non è l’alta velocità che serve alla Sicilia.

Basterebbe avere già la semplice “velocità”; addirittura, forse, sarebbe più pratico dire che ai turisti, e non in primis a questi, basterebbe una rete ferroviaria efficiente. Da un confronto con il coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani, Giosuè Malaponti, abbiamo “scoperto” (scoperto? forse solo ricordato a noi stessi) che la situazione è davvero pesante!

Pensate: 30 milioni di euro erano stati trovati dall’ex sottosegretario alle Infrastrutture, Giuseppe Maria Reina, e finanziati dando mandato a Rete Ferroviaria Italiana di conseguire il contratto di programma per l’ammodernamento e la velocizzazione ella rete ferroviaria siciliana ma, dal febbraio 2010 ad oggi, nulla è stato portato a compimento. Poveri turisti, viene allora da pensare. Arrivando in Sicilia troveranno degli stratosferici alberghi 4, 5 e 5 stelle lusso; ma saranno davvero posti nelle condizioni “fisiche” di raggiungere dette strutture?

Secondo Manlio Scirè, direttore Responsabile dell’Osservatorio Turistico regionale, l’incremento delle strutture 5 stelle e 5 stelle lusso, e dei report di dette categorie in particolare, sia in gran parte da ascrivere ad un appropriato uso dei fondi comunitari ed al mutato profilo del turista, oggi trasformatosi in viaggiatore attento alla qualità dei servizi offerti dalle strutture ricettive.

Viene allora da interrogarsi – senza volere scadere in facili polemiche -: ma dell’attenzione alle infrastrutture, qualcuno, si sta già occupando? Qualcuno farà presente, con ogni probabilità, che un turista capace di pagare per una struttura di qualità sceglierà mezzi propri snobbando la ferrovia.

Sono due, però, gli aspetti da considerare: il lusso di cui si parla in questo caso è sì riferito a strutture alberghiere organizzate e di qualità, ma non bisogna dimenticare che gli standard del turista medio borghese europeo tendono a conciliare qualità con comodità; in seconda istanza, non va trascurato l’aspetto del turismo interno di chi, pur volendo godere di comfort e agiatezza, preferisce optare per soluzioni sbrigative e pratiche di spostamento logistico.

Circa la carenza di infrastrutture portuali qualificate come porti turistici e approdi, che ben si legano con il cosiddetto “turismo d’elite”, ci riproponiamo un ulteriore approfondimento da collegare con il concomitante aumento “non giustificato” di resort superiori le cui caratteristiche male si sposano con l’attenzione, ad oggi, dedicata al miglioramento degli standard isolani. (a destra, foto tratta da albergatori.name)

 

Redazione

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