I carabinieri di Catania, su delega della procura, hanno portato a termine l'operazione Eusculapio. Sotto la lente d'ingrandimento 12 casi di persone che avrebbero beneficiato della pensione d'accompagnamento e di quella d'invalidità. Guarda il video
Truffa delle pensioni d’invalidità. Ventuno gli indagati Ai domiciliari finisce ex segretario del Pd di Paternò
Fruizione di indennità d’accompagnamento o pensioni d’invalidità a persone che non ne avrebbero avuto diritto. Sono i contorni di un’operazione dei carabinieri, su delega della procura di Catania, con 21 persone indagate. Le accuse, a vario titolo, sono truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, false perizie e frode processuale. Tra i nomi di spicco c’è il medico Giuseppe Blancato, finito dietro le sbarre e noto alle cronache per essere stato il camice bianco che curò – salvo poi essere assolto – il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza. In carcere anche Nino Rizzo, reumatologo e medico di medicina generale.
Gli altri indagati – finiti ai domiciliari – sono lo psichiatra
Carmelo Zaffora, direttore del modulo complesso Catania nord del dipartimento di Salute mentale, Sebastiano Pennisi, fisiatra all’azienda sanitaria provinciale etnea, Filippo Sambataro, cardiochirurgo alla clinica privata Morgagni di Pedara e presidente del consiglio comunale di Paternò. Le indagini coprono il periodo ottobre 2018-gennaio 2020. Secondo l’accusa «l’impianto delinquenziale congegnato – si legge in un comunicato inviato alla stampa – ha permesso di realizzare cospicui profitti alle parti interessate, vale a dire agli stessi sanitari e ai loro assistiti, procurando, di contro, un notevole danno all’erario, ancora in via di quantificazione».
Il sistema per essere portato avanti si sarebbe servito di
una fitta rete di complici, tra cui cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Asp che, in cambio di somme di denaro compilavano certificazioni mediche alterate o del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità. Gli assisti per riuscire a ottenere le indennità sarebbero stati indottrinati dai medici affinché davanti alle commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle riguardanti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presidi sanitari come pannoloni, sedie a rotelle e stampelle. Così Rizzo e Blancato avrebbero ottenuto migliaia di euro al mese. Le indagini hanno portato alla scoperta 12 casi di falsi invalidi