Siamo stati tra i primi a scrivere che, grazie a una legge elettorale sbagliata, se non demenziale, il nuovo presidente della Regione – che poi è risultato essere Rosario Crocetta – non avrebbe avuto una maggioranza a Sala dErcole. Ci permettiamo di tornare sullargomento, perché notiamo che potrebbe sorgere qualche equivoco.
Ricordiamo che, di fatto, quello del nuovo presidente della Regione, Crocetta, rimane un Governo che, per governare, non ha bisogno di una maggioranza dAula. Per un motivo semplice: perché gli 89 parlamentari dellArs (il novantesimo è lo stesso Crocetta) non hanno alcun potere sul presidente, a parte la mozione di sfiducia, che manderebbe a casa, però, presidente e Ars.
Ma siccome riteniamo difficile, molto difficile, che gli 89 parlamentari desiderino andare a casa, ecco che Crocetta, in questa fase, rimane inamovibile.
Si dirà: per governare servono le leggi; e, per approvare le leggi, serve una maggioranza dAula. Verissimo. Ma in questa fase, contrariamente a quello che si cerca di far credere, lemergenza non sono né gli assessori da mettere in giunta, né le leggi da approvare.
In questa fase la vera emergenza è la situazione finanziaria della Sicilia che è gravissima. E quando parliamo della Sicilia non ci riferiamo solo allamministrazione regionale che non ha nemmeno i soldi per pagare le bollette dellenergia elettrica, ma anche a decine di Comuni dellIsola che, da ottobre (e, in alcuni casi da settembre o, addirittura, da agosto) non pagano gli stipendi ai dipendenti.
I Sindaci dei Comuni del Ragusano – Comuni dove la situazione finanziaria è gravissima – si sono impegnati a far celebrare le elezioni regionali perché è stato detto loro che, subito dopo il voto, si sarebbe trovata una soluzione.
Il neo presidente Crocetta ha ereditato una Regione sullorlo del dissesto finanziario. In questa fase, chiusa la questione dellelezione del presidente dellArs e del nuovo consiglio di presidenza – previste per questa settimana – sarebbe interessante capire che intenzioni ha il Governo Monti.
Non stiamo tirando la giacca al presidente Crocetta. Stiamo solo dicendo che in tanti Comuni siciliani la situazione è ormai al limite. Questo grazie al Governo uscente (e anche alla vecchia Assemblea regionale), che invece di erogare i fondi previsti dalle leggi ai Comuni, hanno foraggiato le tante tabelle H della Regione.
Non sappiamo in quanto tempo il neo presidente nominerà la propria giunta. Ma sarebbe bene che, sin da ora, avvii uninterlocuzione con il Governo nazionale. E inutile che ci giriamo attorno: è da Roma che debbono arrivare i soldi per rimettere in moto la macchina della Regione che lex presidente, Raffaele Lombardo, ha ingolfato con nomine, clientele e sperperi di ogni tipo.
Monti e i suoi compari di squadra e di compasso si debbono mettere in testa che lItalia non può morire di fame per il pareggio del bilancio, per la Bce e per la bella faccia dei tedeschi.
Il Governo nazionale prende tanto dalla Sicilia tra tasse, imposte, accise e altro ancora. E tempo di cominciare a fare quattro conti. Anche perché, senza l’erogazione dei fondi ai Comuni e senza le risorse per avviare la ‘macchina’, il Governo Crocetta rischia di fare la fine della giunta di Palermo guidata da Leoluca Orlando, che non è in grado di programmare alcunché, perché, a novembre, non ha ancora approvato il bilancio di quest’anno.
Sia chiaro: né Orlando, né Crocetta sono responsabili dello sfascio amministrativo e finanziario che hanno trovato. Ma una soluzione va trovata. In tempi brevi. Perché l’eventuale abbandono dei Comuni innescherebbe disordini sociali che, inevitabilmente, si trasferirebbero sulla Regione e sul nuovo Governo.
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