Lavoro e sviluppo puntando sulle risorse naturali e su idee innovative, al posto di stagnazione, controllo mafioso del territorio e sfruttamento parassitario delle terre. A Troina, nel cuore di una Sicilia per decenni dimenticata, dove la mafia dei pascoli si è arricchita condannando vaste aree al sottosviluppo, la battaglia continua e segna un altro passo avanti: sei disoccupati lavoreranno nei boschi sottratti alle aziende legate ai clan, grazie a tirocini pagati dall’azienda Silvo Pastorale, la partecipata del Comune proprietaria di quelle immense distese di verde.
Le domande per le borse lavoro si possono presentare entro il 20 agosto e i sei verranno selezionati a settembre. Possono candidarsi persone di età compresa tra 18 e 65 anni, disoccupati e non beneficiari di altre misure di sostegno economico (compreso il reddito di cittadinanza), e con Isee inferiore a 12mila euro. Riceveranno 500 euro per sei mesi e lavoreranno venti ore alla settimana distribuite su cinque giorni. Si occuperanno della custodia, della pulizia e della manutenzione dei boschi, così come degli asinelli e dei cavalli arrivati a Troina grazie alla campagna Legalità di Razza. «Daremo priorità ai giovani con un po’ di esperienza per queste attività», spiega il sindaco Fabio Venezia. La selezione pubblica avverrà con una prova pratica.
È il secondo passo di un progetto ambizioso. Dopo aver tolto migliaia di ettari alle famiglie mafiose, grazie all’applicazione del protocollo Antoci partito proprio da Troina, il Comune ha deciso di investire direttamente sui boschi: ha chiesto e ottenuto un finanziamento di 2,5 milioni di euro dalla Regione per ristrutturare la caserma Sambuchello, un gioiello ridotto a rudere che dovrebbe trasformarsi in geo resort con 24 posti letto, punto di riferimento per le escursioni con gli asini (comprati anche grazie a una raccolta fondi) e i cavalli sanfratellani donati dalla Regione. «A settembre vogliamo pubblicare la gara per la ristrutturazione dell’immobile – spiega il sindaco – in modo da avviare i lavori entro marzo 2020. C’è molto da fare: l’obiettivo è rendere operativo il geo resort nell’estate del 2021».
Intanto l’attenzione resta alta. Da una ventina di giorni, all’interno dell’area boschiva recintata dove vivono i cento asinelli, qualcuno ha introdotto quattro cavalli inselvatichiti che, finora, è stato impossibile prendere e identificare. L’amministrazione comunale ha presentato un esposto ai carabinieri. A chi appartengono quegli animali e perché sono stati messi lì? Dubbio legittimo dopo che, a novembre, su quelle stesse terre sono state trovate delle mandrie riconducibili ad alcune famiglie a cui i boschi erano stati sottratti. Anche stavolta si tratta di un segnale da parte di chi spadroneggiava fino a poco tempo fa? Saranno gli investigatori a dare la risposta.
Il progetto, comunque, va avanti anche sul fronte della produzione del latte e della trasformazione della legna. «Confidiamo di affittare una stalla e abbiamo avviato l’iter per avere le autorizzazioni dall’Asp per la commercializzazione del latte – precisa Venezia -. Per la vendita siamo in contatto con alcuni distributori del Catanese, vogliamo farci trovare pronti perché, a regime, sarà un’attività importante considerato che il latte biologico di asino si vende a 14 euro a litro».
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