Trivelle in Sicilia, dal Senato un freno al governo «Maggiori controlli e nessuna nuova autorizzazione»

Tre mesi fa veniva approvato il decreto Sblocca Italia, che tanto ha fatto discutere in Sicilia per le facilitazioni alle trivellazioni in mare e lo scippo di competenze alle Regioni. Adesso, con un ordine del giorno trasversale inserito nella discussione sugli eco-reati, «il Senato impegna il governo a non rilasciare nuove autorizzazioni, a non dare seguito ai procedimenti in corso di istruttoria e a sospendere ogni procedimento in itinere» non conforme alla direttiva dell’Unione europea che prescrive regole più stringenti per la ricerca, l’estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi. Ricordando, inoltre, che mancano pochi mesi alla scadenza del completo recepimento della direttiva Ue sulla sicurezza ambientale delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi. Altrimenti per l’Italia potrebbe aprirsi l’ennesima procedura di infrazione.

«Una documento importante – commenta il coordinatore siciliano di Sel Massimo Fundarò – Perché, se di solito gli ordini del giorno sono solo delle raccomandazioni, in questo caso si fa riferimento a delle normative precise, che il ministro non potrà ignorare né esimersi dal sospendere le autorizzazioni». Una decisione – e sopratutto un controllo sui procedimenti autorizzativi in corso a vantaggio delle multinazionali del petrolio – su cui i senatori firmatari vigileranno, promette Fundarò. Oltre all’intero gruppo misto-Sel, a firmare l’odg sono stati i senatori del Movimento 5 stelle, quelli del gruppo Ln-Aut e tre senatrici Pd: la veneta Laura Puppato e le siciliane Venera Padua e Pamela Orrù. A presentare l’ordine del giorno i senatori siciliani Giuseppe Compagnone, Giuseppe Ruvolo, Antonio Scavone – tutti e tre di Grandi Autonomie e Libertà – e Antonio D’Alì, in quota Forza Italia. «Il governo, inoltre, non ha rilasciato parere – continua Fundarò – Non si è messo contro, in sostanza, il che mi sembra importante».

L’ordine del giorno approvato in Senato parte dalla direttiva europea sulla sicurezza delle attività petrolifere off shore, in vigore da luglio 2013. A ottobre 2014 inizia l’iter di recepimento da parte del parlamento italiano. Viaggio burocratico a cui manca ancora una tappa fondamentale: il relativo decreto delegato del governo che ha tempo fino a luglio 2015. Lo sforamento della scadenza «comporta l’esposizione dell’Italia all’apertura di una procedura di infrazione», ricordano i senatori e le senatrici. Ma intanto il governo italiano sembra contraddirsi da solo quando, nel decreto Sblocca Italia, stabilisce che le attività di «ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi sono svolte a seguito del rilascio di un titolo concessorio unico». Una semplificazione che, continuano dal Senato, va in contrasto con la decisione dell’Unione europea «che contempla invece una serie diversificata di vincoli e garanzie». 

Ma la contraddizione della politica tanto nazionale quanto locale non stupisce Fundarò. Che attacca il governatore regionale Rosario Crocetta il quale, al contrario di diversi sindaci siciliani, non ha speso una parola sulle facilitazioni alle trivelle nel Canale di Sicilia. «Prima, in campagna elettorale, si è fatto promotore dell’iniziativa di Greenpeace U mari un si spirtusa, poi da governatore ha disatteso le promesse fatte», commenta il coordinatore di Sel. Un po’ come il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che al summit sul clima di New York «si è riempito la bocca parlando di green economy e poi fa queste cose». Cose come lo Sblocca Italia appunto.


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Le facilitazioni per la ricerca e l'estrazione di idrocarburi sono contenute nel decreto Sblocca Italia. Così come lo scippo di competenza alle Regioni. Adesso, un ordine del giorno trasversale di senatori e senatrici richiama il ministero al rispetto delle normative europee sulla sicurezza e chiede maggiori vincoli per le multinazionali del petrolio

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