Si è chiusa con l’intitolazione della aula bunker a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino la commemorazione delle stragi del ’92, giunte al trentennale. La cerimonia, nei locali dove si svolse il maxi-processo che diede il colpo più forte a Cosa nostra e il cui esito contribuì alla decisione di eliminare i due giudici, si è svolta oggi a Palermo, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra i presenti anche il presidente della Regione Renato Schifani e quello dell’Ars Gaetano Galvagno. In città, per l’occasione, David Ermini, vicepresidente del Csm. «Quest’aula – ha detto – è il luogo in cui per la prima volta la mafia ha subito una pesante sconfitta per mano dello Stato: il maxiprocesso ha rappresentato la vittoria del diritto sulla prepotenza mafiosa e da oggi, quando la sentiremo come aula Falcone e Borsellino, avremo un’ulteriore conferma che qui lo Stato ha vinto».
Davanti alla targa che omaggia la memoria dei due giudici anche i ministri degli Interni e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, e il sindaco della città Roberto Lagalla. Presenti anche Lucia Borsellino, figlia del giudice che perse la vita in via D’Amelio, e Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci. «Il tributo che dedichiamo oggi non è solo un ossequio a due eroi magistrati ma il riconoscimento per tutti i servitori dello Stato che cadono per l’adempimento del loro dovere – ha detto Nordio – Loro seppero dare fede e speranza. Se oggi siamo qui a riaffermare la presenza dello Stato nella lotta al crimine lo dobbiamo anche a loro. Fecero un lavoro monumentale, con loro cosa nostra è stata decapitata con la forza della giustizia. Questo successo fu seguito da polemiche corrosive, erano due magistrati spinti solo dalla legge. Saranno ricordati per sempre per aver servito paese con tenacia. Dovremo sempre essere illuminati dal coraggio di questi due magistrati».
«Abbiamo fortemente voluto questa intitolazione, che abbiamo ritenuto meritasse una celebrazione dedicata a tutte le vittime di mafia – ha detto Lia Sava, procuratore generale di Palermo -. Serve uno scatto che ci conduca in una sfera etica più elevata». Queste invece le parole del presidente della Regione, Renato Schifani. «Il ricordo dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, da trent’anni ormai, resta indelebile nelle nostre coscienze e nei nostri cuori, nella consapevolezza – ha aggiunto Schifani – che ciascuno deve fare la propria parte nel contrasto alla criminalità organizzata: politica, magistratura, forze dell’ordine e società civile, a partire dai nostri giovani. Per loro dobbiamo coltivare la memoria di quanti hanno sacrificato la vita per servire lo Stato».
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