La «svista» che all'ultimo minuto ha privato le sue liste del logo del Pd non gli ha precluso l'appoggio del partito. Anche al cospetto di una polemica interna causata dal suo «passato politico», vicino a Lino Leanza. Marketing territoriale e rilancio del turismo, secondo i criteri delle smart cities, le chiavi di lettura della sua campagna elettorale
Tremestieri, Di Stefano va oltre la polemica «Chi cercava accordi di segreteria è andato via»
È un approccio smart alla città quello proposto da Sebastiano Di Stefano, candidato a sindaco alle elezioni di Tremestieri Etneo per Sicilia Democratica, Nuova Luce per Tremestieri, La Gente in primo piano – Tremestieri Etneo e Tremestieri Più. L’ufficialità delle liste sancita poche settimane fa non ha però portato buone notizie al candidato sindaco, che a poche ore dalla chiusura non ha potuto contare sul supporto del logo del Pd. Un «giallo» apparente, spiegato dal segretario provinciale del Pd Enzo Napoli come un «errore dell’ultimo secondo». D’altro canto, il nome di Di Stefano era stato mal digerito dalla rappresentante di un circolo di Tremestieri, la segretaria Rosalia Pulitano. Per ragioni legate al suo passato politico, strettamente connesso a Lino Leanza. «E’ stato un momento di prova personale – spiega Di Stefano a Meridionews – noi diamo massima libertà di scelta, ma chi sposa un progetto politico dovrebbe farlo fino in fondo. Chi sottostà ad accordi di segreteria ha fatto bene ad andare via».
Chi sposa un progetto politico dovrebbe farlo fino in fondo
La formula proposta alla città parla di un percorso di crescita secondo i criteri tipici delle smart cities. Marketing territoriale e rilancio del turismo in primo piano. Concetti attuali da coniugare con interventi di risanamento economico, che il comune pedemontano dovrà per forza mettere in atto per ristabilire la precaria situazione di bilancio. «Il Comune è in una fase di riequilibrio – afferma il candidato – i cittadini sono costretti a pagare tasse come l’Imu secondo il massimo previsto dalla legge. Il nostro obiettivo è ridurre al minimo il periodo in cui dovremo subire queste condizioni di tassazione (previste per un periodo che va dai 6 agli 8 anni). Dobbiamo recuperare risorse e per questo studieremo modi alternativi per fare cassa».
Uno di questi, secondo Di Stefano, deriva dall’edilizia. «Lavoreremo sul Prg per dare respiro al territorio attraverso la realizzazione di opere pubbliche. Senza scadere nell’edilizia selvaggia. Daremo ai cittadini di Tremestieri la possibilità di costruire la casa che desiderano, ma senza deturpare il territorio. Quest’attività servirà per dare impulso all’economia e respiro al settore». Nel suo programma è previsto anche un lavoro specifico per usufruire del beneficio dei fondi europei. «Stiamo lavorando alla creazione di gruppo di lavoro che avrà il compito di permetterci la partecipazione a bandi di carattere europeo. Una task force che operi a sostegno dell’edilizia scolastica in particolare».
Al centro dei pensieri di numerosi candidati alla poltrona di sindaco di Tremestieri Etneo c’è la frazione di Canalicchio, centro nevralgico ad alta densità abitativa, che nel classico gioco degli apparentamenti politici ha acquisito una posizione strategica determinante. «Vogliamo trasformare la delegazione comunale di Canalicchio in un piccolo municipio – continua il candidato sindaco – perché è impensabile che per effettuare un protocollo spesso il cittadino debba macinare chilometri. Porteremo a Canalicchio gli stessi servizi di Tremestieri, stiamo preparando un’app comunale. Sarà come avere il Comune in tasca. Pensiamo anche di aprire un canale diretto con il sindaco. È mio obiettivo riportare la politica alla gente, anche attraverso le nuove tecnologie».
Quello immaginato da Di Stefano sembra essere un progetto di massiccio rilancio economico della città. «Promuoveremo il territorio con il lancio di una city card che permetterà ai cittadini e ai turisti di acquistare a Tremestieri a prezzi convenienti, grazie alle convenzioni che stipuleremo con le attività commerciali del paese. Chi abita qui tornerà a comprare qui, alimentando l’economia locale».